Indiana Jones e l'Ultima Crociata

Recensione by Iena

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  1. -Iena da Roma-
     
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    Continuo qui il mio progetto di recensione della trilogia di Indiana Jones, in vista dell'ormai prossima uscita dell'ultimo capitolo che trasformerà questo capolavoro del cinema in una quadrilogia, inserendo nella sua lista di avventure grandiose anche il capolavoro di avventura grafica "Indiana Jones and the Fate of Atlantis".

    Indiana Jones e l'Ultima Crociata
    (1989)

    1938. Dopo essere riuscito un oggetto chiamato Croce di Coronado, da anni sua segreta speranza, Indiana Jones viene contattato da Walter Donovan, un miliardario che lo aggiorna sulle recenti scoperte fatte sul Sacro Graal, e sulla necessità di continuare la ricerca iniziata da Henry Jones, padre di Indy, misteriosamente scomparso a ormai un passo dalla riuscita dell'impresa.
    Indiana, ritrovato il padre, dovrà proseguire con lui la ricerca di uno dei più grandi tesori della storia, cui sono molto interessati anche i nazisti, e su cui verte il mistero dell'immortalità.

    Cinque anni dopo il pacchiano secondo capitolo, Lucas e Spielberg tornano a lavorare a capofitto su Indiana Jones con una idea tutta nuova, e riuscendo a comprendere quanto la leggenda di Indy meriti qualcosa di più di quello che sembra essere un valoroso e meritevole capostipite di quella che è comunque una sequela di film d'azione e violenza che vengono bollati come di poco spessore dalla critica più sensibile.
    Questo film si presenta non solo come, con quasi totale certezza, il migliore della saga, ma anche come uno dei più bei film mai creati dall'uomo.
    La prima volta è un'idea geniale, la seconda un citazionismo. La terza è l'affermare con forza un simbolo distintivo di una saga. Mi riferisco alla dissolvenza incrociata che porta dal logo Paramount a una montagna vera (come nel primo capitolo, mentre nel secondo si trattava di un monte inciso su un gong). Un po' come il "Padrino", in cui tutti i film iniziano con una cerimonia religiosa, è una sorta di scaramantico principio di affermazione e di possibilità di riconoscimento per i fans.
    Tutto ha inizio nello Utah, nel 1912. Ci viene presentato il piccolo Henry jr. che già ama farsi chiamare "Indiana", che milita fra gli scout. Le sequenze della fanciullezza di Indy valgono più, a livello psicologico e narrativo, di qualsiasi telefilm commerciale sia stato fatto sullo "young Indiana Jones". Il citazionismo e il divertimento di queste scene è stupendo. Fra questi, ritorna la citazione a Zorro, fra i beniamini dei film d'avventura dei primi del '900 che ispirò Lucas per la sua idea di film d'azione. Se nel primo film vediamo Indy aggrapparsi alla parte inferiore di un camion usando anche la frusta (sequenza ripresa pari pari da un vecchio film di Zorro), qui vediamo il giovanissimo Indy chiamare il suo destriero con un fischio, e cadere poi miseramente nel tentativo di montarvi sopra (Lucas e gli altri autori hanno sempre stabilito come Indy non sia un impeccabile eroe, uno "Zorro", ma un uomo che può sbagliare, e lo fa).
    Subito dopo, comicamente , i villains di turno al fischio richiamano automobili e camions.
    Si spiega in queste sequenze la fobia di Indy per i serpenti. Mentre il giovane all'inizio non ne ha paura minimamente, dovrà rivedere le sue convinzioni finendo in pieno una cassa di viscidi esseri striscianti. Si spiegano poi molte altre cose, come da dove abbia avuto l'idea della frusta, arma che si rivelerà per lui sempre utilissima, e, a quanto dicono fonti sul web, come si sia procurato la ferita sul mento.
    Le prime sequenze, come tutto il film in generale, sembrano ricalcare molto il western (l'uso di cavalli in questo film è massiccio). L'inizio avviene nello Utah, Arizona, ove si trova la Monument Valley, iconico luogo di fantasia ormai simbolo pop per la cultura statunitense, ove girarono molti autori i loro film, fra cui Ford, Leone, e ovviamente Zemeckis pensò bene di ambientare il viaggio di Marty nel passato in Ritorno al Futuro- Parte III.
    Le sequenze sul treno, sembrano quasi rimandare ai film di Porter, ai film di banditi e cowboy.
    Scopriamo inoltre uno dei tanti motivi per cui Indy è diventato un avventuriero, ispirato alla figura del misterioso cacciatore di tesori che gli consegna in ereditàà il suo cappello, dicendo "Oggi hai perso, ma non significa che debba piacerti", e subito dopo con un raccordo stupendo, il volto che si rialza è quello dell'Indy adulto e maturo del 1938, sempre sulle tracce della Croce di Coronado.
    Siamo nel 1938. Il mondo, l'anno seguente, sarebbe entrato in un conflitto che avrebbe per sempre cambiato le sorti del pianeta.

    La scena della lezione, con Marcus Brody che entra sperando di non disturbare, ricalca moltissimo il primo film. Stavolta Indy è però tornato vincitore e non perdente dalla sua missione. La sua vita da professore è svolta con zelo ed è quasi problematica quanto le missioni in Honduras o Madagascar o Perù, visto la calca di studenti che affolla il suo ricevimento (sono cambiati i tempi ma non le abitudini. Inoltre nel videogioco Lucas basato sul film gli studenti sono uno dei primi ostacoli da affrontare per il giocatore).
    A questo punto, Jones riceve nuovamente un incarico, quindi la struttura si rivela simmetrica al primo film. Donovan lo invita a ricercare il Sacro Graal ed a scoprire chi si celi dietro la scomparsa del padre (che si scoprirà poi rapito dai nazisti cui Donovan è al soldo). Le scelte di simbologia registica di Spielberg qui sono geniali. Nei primissimi momenti in cui il Graal viene nominato per la prima volta, la telecamera si sposta verso Donovan che riempie un bicchiere, quasi a connotare l'immagine del calice, e con ironia tragica prefigurarci come sarà poi proprio un sorso di un bicchiere a causare l'atroce fine di Donovan in pieno stile splatter anti-villain (ricordate come atrocemente erano morti i malvagi del primo film, sempre per i loro peccati di ingordigia e impazienza e cecità).
    In seguito, sullo stesso piano, si vede inquadrata la tavoletta del XII sec, il cappello di Indy e un bicchiere, quasi a porsi come una locandina all'interno del film. Il risultato fascinativo per l'occhio di chi comunque già conosce la trama è straordinario.
    Viene mantenuto un filone di continuity con gli altri film, e per la prima volta. Nel primo film ciò non poteva avvenire poichè non c'era il materiale. Nel secondo neppure poichè essendo un prequel potevano essere citate solo avventure precedenti e mai viste (Honduras, Madagascar eccetera). Qui invece la continuity è genialmente citata con l'ammiccamento "Questa è l'Arca dell'Alleanza" "La conosce?" "Abbastanza" nel dialogo fra Indy e la professoressa nelle catacombe.
    Questo film presenta molta più indagine, molta più ricerca, e dimostra come si possa fare un'eccellente film d'azione senza rinunciare a momenti di calma e di riflessione. Eppure il film certo non rinuncia al dark e al macabro che aveva seguito nel secondo capitolo, visto che Indy usa per torcia delle ossa vecchie di secoli legate ad un panno e bruciate, e scosta gabbie toraciche impolverate come niente fosse.
    L'azione inoltre segue quella dinamica dell'eroismo dei miti infallibili, che avevo visto descritto con grande perizia in un articolo che riguardava Diabolik. Quando noi gustiamo avventure di eroi simili, seppure nelle situazioni più disperate o imprevedibili, sappiamo che l'eroe si salverà. Eppure rimaniamo incollati allo schermo, e questo perchè vogliamo sapere COME lo farà. Nel 2 lo avevamo visto quasi schiacciato da un soffitto di spine, e ora sin dall'inizio nelle catacombe per poco non muore nel fuoco, o annegato, o così al Castello. Noi però seguiamo l'eroe con il fiato sospeso, siamo sicuri che non ci sia alcuna via di scampo, è oggettivo, eppure lui ce la farà, allora come? E' questo il segreto della grande emozione adrenalinica dello spettatore.
    Questo capitolo, ahimè per la mia recensione, non è aracnofobico. E' però musofobico ed ofidiofobico alquanto, e su questo siamo tutti d'accordo.

    Alcune scene sono importanti a livello d'azione e comicità. La scena dell'inseguimento in barca sarà poi ripreso da moltissimi film d'azione, si pensi anche solo a "Face Off" del 1997, qui però magistralmente costruito e con l'iniziale mistero della Loggia della Spada Crociata (che poi non sarà mai approfondito nel film, ma bene così perchè si tratta di una setta che opera nell'ombra) che si dipana mentre un'elica minacciosa si appresta ad affettare l'eroe ed il nemico, come in Indy 1.
    Di geniale e assoluta comicità è la scena in cui subito dopo che Indy esplica le capacità di sopravvivenza di Brody in terre straniere, vediamo Brody disperso chiedere a qualcuno se sia in grado di parlare il greco antico. E' veramente genialità pura. Un tocco da maestro.
    Alta scena di alta scuola è quella dove Indy e suo padre devono fuggire legati ad una sedia. Nel videogioco tratto dal film accadeva che o si riusciva a finire giusti giusti in mezzo all'ascia di un'armatura, o compariva un riquadro con su scritto "Censored". Qui la scena si svolge diversamente ed in maniera parecchio comica.
    Altra scena di grande bellezza è la dissolvenza incrociata sul cartello che porta scritto "Berlin", come indice della decisione presa da Indy, che mostra poi cosa accade veramente a Berlino, cosa sia Berlino, ovvero la Berlino dei nazisti, che bruciano i libri, e Spielberg, ebreo, sa bene raccontare senza troppi sentimentalismi l'orrore del bigottismo totalitario della feroce Germania dell'epoca.
    La scena di Hitler che firma l'autografo a Indy è epocale.
    Altre scene sembrano citazioni, anche ad Hitchcock, come ad esempio la sparatoria dall'aereo verso gli uomini a terra, che sembra quasi "Intrigo Internazionale" con Cary Grant, o gli uccelli che tormentano il pilota rompendogli addirittura il vetro, e penso non sia neanche necessario spiegare perchè dovrebbero ricordare Hitchcock.

    Il film ha delle tematiche molto importanti. In tutti e tre i film Indy si inquadra in delle tematiche familiari ben precise. Nel primo film viene svelato il suo rapporto quasi adottivo verso il Prof. Ravenwood, un docente avventuriero che sembra aver sempre trattato Indy come un figlio, vista la mancanza della madre e un padre, Henry Jones, piuttosto burbero ed assente.
    Nel secondo film Indy si inquadra in un rapporto familiare più consolidato, come padre e marito, con Short Round come figlio e Willie Scott.
    Qui torna al ruolo di figlio, con il padre naturale, Henry Jones, e viene approfondita la tematica della madre, lievemente citata nell'1 in una battuta, ma qui indicata come morta presto per una malattia verso la quale il marito non sembra aver avuto accortezza immediata.
    Nel quarto capitolo a quanto sembra tornerà a rivestire un ruolo di padre, ponendo la quadrilogia come figlio-padre-flglio-padre.
    Non è un caso che il padre di Indiana sia Sean Connery poichè le citazioni a James Bond per la caratterizzazione del personaggio sono esplicite, ed esplicitate dai creatori di Indy, e io stesso avevo notato la somiglianza particolare nelle sequenze di Shangai del 1935.
    Il rapporto Indy-Henry è molto bello, anche sottolineato da una recitazione di Sean Connery che mette veramente i brividi per la spettacolare bravura, Connery è veramente un colosso, al massimo dell'energia in questo film, e lo dimostra ad esempio nelle scene dove Indy risulta vittorioso nelle fughe e nelle lotte ad alta velocità, e guarda fiero e sorridente il padre che intanto sta regolando annoiato il proprio orologio. E' geniale.
    Indiana sembra voler sempre ricercare l'approvazione paterna, nel 1912 come nel 1938, sembra voler farsi notare dal padre, parlare con lui, ricevere affetto, attenzione, da uomo maturo e coraggioso qual è, sembra quasi identificato come in un ruolo infantile di fanciullo che dice al padre "Guarda cosa so fare!", ma ottiene poco in cambio da quello studioso distratto e molto inglese nei modi. Solo alla fine lo scambio avverrà ad un livello molto più alto, quando Indiana raccoglierà l'eredità paterna, la ricerca della sua vita, e la continuerà, chiuderà il cerchio, e padre e figlio quasi in telepatia (non troppa, poichè Indy non riesce a percepire i consigli del padre morente quando spiega come si scriva Iehova!) ricercano il Graal insieme.
    Il Graal diventa un simbolo di immortalità, importante per figure adulte o anziane come Henry o Donovan, Indiana stesso dirà che è esso un mistero che interessa "i vecchi". Ma sembra esserci qualcosa di più, una logica di fede e speranza verso l'ultraterreno che può però rivelare il suo Lato Oscuro per chi ne brama il possesso senza rendersi ciecamente conto che sta peccando di ubris, di superbia.
    Il film sembra a tratti avere troppo l'odore di morale buonista religiosa, con quel pacifico senso di happy ending Spielbergiano, ma questo in fondo si può benissimo superare, se pensiamo alla fede degli autori che non sono cristiani cattolici convinti, e se pensiamo che il tema sembra davvero la speranza in qualcosa di più grande, e positivo. Nel bene in generale.

    Questo capitolo dunque si rivela essere un capolavoro cinematografico. Io non ho per ora visto trailer nè cercato informazioni sul quarto, ma sperando non si giochi sull'alternanza di qualità in cui i numeri dispari per ora sono i film che hanno avuto più successo, speriamo che anche le avventure del vecchio Indy sappiano tenere testa a questo capolavoro, realizzato nell'ultimo anno del secolo breve. Speriamo che l'avventura continui, e con essa il sogno...

    Edited by -Iena da Roma- - 30/4/2008, 00:45
     
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  2. Voodoomaster
     
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    Oh, beh, che dire, bellissima recensione per un film che personalmente amo. Tutto incentrato su questa ricerca del divino e raccontato in un modo che a volte fa morire dal ridere. Davvero un pezzo di storia, il che da un lato è negativo poichè trovo praticamente impossibile che il quarto capitolo possa superarlo...
     
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  3. -Nanni-
     
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    il miglior film della (momentanea) trilogia. stupendo il rapporto col padre, punto focale della pellicola. recensione stupenda. non c'è altro da aggiungere.
     
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  4. Dr. Jones
     
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    bella recensione, a parte il vizio di cercare tematiche profonde e complesse simbologie ovunque :hino:

    last crusade è "solo" il capolavoro del cinema d'avventura, gustosissimo intreccio di ironia, trovate geniali e capacità registica ed interpretativa, che buona parte del cinema avventuroso-spazzatura odierno si sogna soltanto. grandioso.
     
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    Qui-Gon: Worst Jedi Ever

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    Il film è davvero grandioso, ha tutto quello che deve avere un film avventuroso... Ambienti esotici, buoni colpi di scena, relazioni interessanti fra i personaggi, ottime sequenze d'azione e un pizzico di sense of humor.

    Interessante che Spielberg abbia dichiarato che abbia fatto questo film per "scusarsi del secondo episodio"(wikipedia dixit), evidentemente anche per lui era il più debole della serie...

    Le gag in questo film comunque sono da far storia, Marcus riconoscibilissimo, Hitler che fa l'autografo a Indy e il fatto che Indy si chiami come il cane sono da manuale...

    Speriamo bene per il prossimo!
     
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  6. LargoLagrande
     
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    "Se siete fortunati avrà già trovato il Santo Graal da due giorni..."

    "PRONTO?? COSA?? QUALCUNO PARLA LA MIA LINGUA???"
     
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  7. Mastro Pew
     
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    CITAZIONE
    "PRONTO?? COSA?? QUALCUNO PARLA LA MIA LINGUA???"

    no
     
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  8. LargoLagrande
     
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    come al solito hai capito tutto eh. manco mettendoti d'impegno riesci a dir cose sensate
     
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  9. Mastro Pew
     
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    Sei te che non hai capito che ho negato aprioristicamente la tua domanda :fifi:
     
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  10. AndywinXp
     
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    "NON AVEVA IL BIGLIETTO"
     
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9 replies since 29/4/2008, 23:27   297 views
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