Cinecittà occupata!

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  1. Vonnegut
     
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    “Cinecittà Occupata”, queste le parole sullo striscione che giovedì pomeriggio ha sostituito la storica scritta all’entrata degli studi cinematografici di Roma. Da giovedì, infatti, una cinquantina di persone hanno occupato il cortile esterno degli studios, in segno di protesta contro il piano di dismissione aziendale ideato dal presidente Luigi Abete. I manifestanti hanno annunciato l’inizio di uno sciopero della fame, che potrebbe durare per i prossimi cinque giorni. Martedì notte un paio di lavoratori si erano accampati sul tetto di una delle torri all’interno della città del cinema, seguiti da altri che hanno piantato le tende nel cortile recintato. (di Martina Albertazzi - Diritto di Critica)

     
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  2. -Nanni-
     
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    Occupy Cinecittà
     
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  3. Voodoomaster
     
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    Assurdo!
     
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    Qui-Gon: Worst Jedi Ever

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    ROMA - Cinecittà sempre più nella bufera. L’occupazione da parte dei dipendenti continua insieme con ulteriori otto giorni di sciopero e il ministero fa un passo indietro: «Di fronte a taleprospettiva», vale a dire all’inasprimento dell’agitazione, niente più mediazione, annuncia una nota del Mibac. Con buona pace dell’intervento pro-dialogo tra le parti che Ornaghi, attraverso il segretario generale Anna Pasqua Recchia, aveva promesso giorni fa a condizione che i lavoratori sospendessero la protesta.

    Ma sarte, tecnici, elettricisti, tecnici e impiegati che hanno messo le tende a Cinecittà vanno avanti, forti di un sostegno trasversale che riunisce intellettuali, cineasti (Lelouch e Serreau gli ultimi firmatari dell’appello Anac), politici (la Camera ha varato una mozione bipartisan), amministratori locali. Non accettano la ristrutturazione annunciata che intende frenare le perdite ma rischia di smantellare un patrimonio non solo di Roma ma dell’intera cultura italiana. Si parla di costruire un hotel di lusso nei viali che un tempo ospitarono personaggi come Fellini e Liz Taylor, Stallone e Scorsese: per la gente degli studios sarebbe l’inizio dell’esproprio e la fine di un marchio, Cinecittà, che nel mondo intero è sempre stato sinonimo di grande cinema, fabbrica dei sogni per antonomasia.

    Ma la Hollywood sul Tevere ha perso via via le grandi produzioni e oggi sopravvive grazie alla tv e a qualche pubblicità. I mitici studios cinematografici sono diventati lo sfondo di reality alla Grande Fratello e di show televisivi. Oppure hanno fatto da location alle fiction più popolari prima che i produttori scoprissero i prezzi stracciati dei teatri di posa di Romania, Bulgaria, Serbia, Tunisia, Argentina. Si chiama delocalizzazione, ma per qualcuno è concorrenza imbattibile.

    Cinema, se n’è fatto sempre meno: con poche eccezioni (Habemus Papam, Magnifica presenza, Posti in piedi in paradiso, Reality), i film italiani ormai disertano gli studios e si girano dal vero perché costa infinitamente meno. Per non parlare degli americani, che non trovano più conveniente venire a lavorare da noi e si dirottano sull’Est Europa. Negli ultimi anni i bilanci di Cinecittà Studios sono andati a picco: il valore della produzione che nel 2008 era di 40 milioni di euro l’anno dopo è sceso del 40 per cento.

    Per i lavoratori che protestano, le condizioni irrinunciabili per riprendere il dialogo passano dalla difesa dell’occupazione (c’è il rischio di licenziamenti e trasferimenti), della professionalità dei dipendenti e della mission di Cinecittà Studios. Il ministero, fallita la mediazione, promette «vigilanza e tutela». Ma la lotta continua.

    Onestamente non posso fare a meno di pensare che in Italia le cose si notino solo quando si arriva a rischio fallimento/chiusura…
    Da quanti anni va avanti la crisi del cinema italiano? ADESSO ci si rende conto che non è stata valorizzata una struttura storica che è stata negli anni d’oro la nostra Holliwood?
    Le proteste dovevano iniziare dopo le prime delocalizzazioni all’estero di fiction e film, non adesso. Sono d’accordo idealmente a salvare la struttura, ma come si fa a questo punto?
    E’ un po’ come un’azienda che fallisce per colpa della concorrenza di chi importa dalla Cina e fa prodotti a poco prezzo. Le strategie andavano individuate appena si erano presentati i primi problemi, non adesso che la struttura è praticamente già fallita.
     
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  5. -Nanni-
     
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    CITAZIONE
    Roma, 19 lug. (LaPresse) - Bruciate nella notte le scenografie dello Studio 5 di Cinecittà, location dei film di Federico Fellini, in passato e di molte trasmissioni televisive ora. I vigili del fuoco sono intervenuti intorno all'una con cinque automezzi, quando un'alta colonna di fumo era ben visibile dallo stabile. Uno degli uomini impegnati nelle operazioni è rimasto ferito ed è stato portato all'ospedale Casilino. Le sue condizioni non sono gravi. L'incendio è stato spento alle cinque di questa mattina. Ancora non si conoscono le cause del rogo, ma la polizia non esclude nessuna pista.

    Da due settimane i lavoratori di Cinecittà sono in sciopero contro l'ipotesi di smembramento della cittadella del cinema

     
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4 replies since 9/7/2012, 13:18   143 views
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