Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo

Recensione by Iena

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  1. -Iena da Roma-
     
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    Termino qui il mio progetto di recensione della quadrilogia di Indiana Jones, divenuta tale dopo l'ultimo capitolo cinematografico, anche se è necessario inserire nella sua lista di avventure grandiose anche il capolavoro di avventura grafica "Indiana Jones and the Fate of Atlantis".

    Indiana Jones il Regno del Teschio di Cristallo
    (2008)

    1957. Dopo aver espugnato una base militare statunitense, un manipolo di sovietici statunitense costringe Indiana Jones e il suo compare "Mac" McHale a condurli verso la cassa che contiene i resti dell'ufo crash di Roswell del 1947. Riuscito a scampare dalla mano dei russi, il professor Jones viene però incriminato di collaborazionismo e tormentato dai servizi segreti. Una nuova avventura si profilerà quando "Mutt", il figlio di Marion Ravenwood, gli cominicherà della scomparsa del vecchio collega Oxley durante la ricerca del Teschio di Cristallo in Sudamerica.

    Dopo il celebre marchio "Lucasfilm" che rimanda alla memoria più le immagini Starwarsiane cinematografiche recenti, ecco il logo della Paramount che questa volta, in una dissolvenza incrociata, si trasforma in una montagnola di terra dalla quale fa capolino una buffa marmotta. Una trovata un po' meno epica degli altri film, subito dopo la quale ci troviamo di fronte a una sequenza ad alta velocità di grande spessore, dove Spielberg ci fa sprofondare immediatamente nei mitici anni '50. Come nei precedenti film l'aria anni '30 era costruita con grande abilità, così qui gli anni '50, che per l'America sono sempre stati un punto di riferimento fondamentale, sono ripresentati in maniera perfetta.
    Le sequenze come appunto la corsa automobilistica iniziale, con la presentazione dei ragazzi tipici dell'epoca, oppure la scena brillantissima della lotta nel bar fra collegiali e ragazzi alla Grease. Inutile dire che si vede quasi una sorta di vena alla Ritorno al Futuro (cui Spielberg partecipò) ma ciò è vero in parte, in fondo è il modo "cinematografico" nostalgico e mitico di guardare quell'era.
    Più di tutte è inquientante la scena del test nucleare. Indiana, uomo d'altri tempi, da sempre quasi fuori dal tempo, con vestiti logori, sporchi, e stanco, approda in questo tipico "sogno americano", con case con giardino perfetto, pulite, uguali, e manichini che risvegliano quel senso di profonda paura psicologica del perturbante, che rappresentano quasi persone vuote e sterili. Indy viene però riportato alla realtà quando quello scenario quasi da incubo si rivela essere appunto un test atomico. Davvero improponibile il buon Jones che si salva rinchiudendosi in un frigo, unico oggetto che rimane intatto, e sbalzato per chilometri fa uscire il Professore illeso. Comunque sia è una scena divertente ed epica, come il personaggio, e sono moltissime in questo film le scene da "Se vabbè", ovvero scene che oggettivamente fanno pronunciare a quasi tutte le persone della platea "Se vabbè".
    In fondo Indy è Indy, e in questo film come negli altri si respira perfettamente quel meccanismo in cui noi sappiamo per certo che l'eroe si salverà, ma vogliamo sapere COME, ed è questo ad essere la nostra suspence. Mi pare però, o forse è un'impressione mia, che le scene d'azione (che sono indispensabili in un film di questa saga, ma sono quelle che digerisco di meno e in cui mi distraggo di più io personalmente) siano più lunghe (si veda quella dalla jungla al formicaio alla cascata). E se ci fate caso i dialoghi infatti in quelle sequenze e fino a verso la fine iniziano a farsi meno densi, e Marion parla davvero pochissimo.
    Viene qui screditata però la leggendaria critica di Mighty al mio fangame "Indiana Jones and the Extradimensional Stone" dove io mostro Indy in posizione statica mentre gli va a fuoco la casa. Noi in questo film vediamo Indy parlare di scienza mentre affonda nelle sabbie mobili! Geniale la scena del serpente.

    Gustosi e necessari i riferimenti agli altri capitoli. Innanzitutto la base dove venivano riposte le casse nel primo film, e che sembrava un riferimento a Citizen Kane (in questo film ce n'è un altro, viene citato Hughes, noto miliardario statunitense che ispirò "The Aviator" e molte idee cinematografiche di Orson Welles). Vediamo anche squarciata la cassa che contiene l'Arca Perduta.
    Poi ovviamente i riferimenti al padre, a Marcus, e la scena del rettore che entra in classe e successivamente Indy che si prepara nella sua stanza, che rimanda molto alla struttura del primo capitolo.
    Il film propone una visione filostatunitense come gli altri, ma in maniera qui molto più pacchiana, ma si nota quasi una ironia, o una visione manichea di quella contrapposizione USA-URSS, la stessa che si respirava nei fumetti Marvel dell'epoca.
    Le sequenze successive però dimostrano la prima cosa difficile da digerire del film. Il sarcofago tanto ricercato dai russi non è un misterioso segreto egizio, ma deriva da Roswell, 1947, chiaro nella cultura popolare per essere l'insieme di coordinate che rimandano alla leggenda dell'Ufo crash. Accettare l'idea che Indy avesse avuto a che fare con gli alieni risulta difficile in questi minuti di film, ma nell'interrogatorio con l'FBI lo spettatore già comprende di più la situazione, e se ne fa una ragione. Successivamente però si scopre che l'intero film verte sugli alieni, e questo torna a risultare difficile da accettare.

    Indiana Jones in quanto saga non hai mai scelto di mantenere i suoi segreti come tali, come misteriosi. L'Arca Perduta è REALMENTE in grado di polverizzare gli esseri umani. Il Tempio Maledetto mostra DAVVERO bambole voudun e pietre magiche e gente in grado di strappare il cuore. Il Santo Graal dona DAVVERO la vita eterna e i crociati immortali esistono. Atlantide e la macchina degli Dei c'erano, ECCOME.
    Quindi qui non si evita di prendere per buona e mostrare una leggenda che affonda nella fantascienza. Se ci pensiamo questo capitolo affronta quella fantascienza che si lega al paranormale, che esiste, che è concepita, sin da sempre, Egizi e Maya come molti altri misteri citati non per altro nella bellissima sezione del nostro Forum. Quindi era tollerabile che fosse trattato un tale tema.
    Inoltre pensiamo anche a questo. L'Arca Perduta, mostrata in una riproduzione dipinta, viene presentata come anche una possibile arma aliena ("fulmini, ira di Dio" quelli che escono dall'Arca). Le pietre di shankara sono doni degli Dei caduti dal cielo. Il Graal, chissà, può rivedere la teoria secondo la quale Gesù Cristo fosse un Nordico (razza aliena). Atlantide e la macchina per creare Dei potrebbero benissimo essere strumenti alieni.
    Questo però presenta un fatto fondamentale. Negli altri film noi potevamo immaginare che dietro l'operato della magia o del sovrannaturale vi fosse Dio come esseri alieni. Qui invece siamo COSTRETTI ad accettare la visione ultraterrestre. Spielberg e Lucas arrivati all'ultimo capitolo vogliono creare una cosmogonia perfetta e pura ad Indiana Jones. Non permettono più teorie dei fans, si deve accettare che dietro i più grandi misteri dell'umanità vi siano forse quasi divine che provengono dalle pieghe dell'Universo (neanche da galassie lontane, ma da luoghi mistici che si trovano fra un universo e l'altro). Esseri che hanno collaborato con gli uomini e ne hanno apprezzato i tesori, facendo loro in cambio dei doni. La figura di ARCHEOLOGO viene rivalutata rispetto al primo film in maniera ancora più mistica, l'archeologo è colui che si avvicina di più a queste creature divine, anch'esse in viaggio e in cerca di tesori.
    Ipotesi davvero dura da accettare, ma ci poteva stare.
    Fino a che non si è visto la rinascita della creatura perfetta tramite la sincronia delle menti degli alieni morti, e la partenza dell'astronave. Questa scena è stata davvero pietosa e pacchiana, secondo me. Era come se Spielberg avesse detto "Ok, alla produzione avanzano dieci milioni di dollari, che facciamo? CI SONO! UNA SCENA DI ASTRONAVI!!!".

    Il film comunque mostra scene d'azione gustose, un Indy invecchiato che non è più agile come un tempo, e non pesta più forte come prima (il gigante russo rimanda quasi al nazista gigante del primo film) ma che però vince sempre, e si salva sempre. Vengono qui fuse tematiche di scenari aperti assieme a tematiche profondamente cupe e dark, con morti, tombe e scheletri, e non vi è aracnofobia ma una paura degli scorpioni significativa.

    Ora veniamo alla figura di Indy. Come avevo predetto, la struttura della quadrilogia è così FIGLIO-PADRE-FIGLIO-PADRE. Nel primo film Indy è l'allievo e "figlio" dell'avventuriero Professor Abner (qui citato, grandioso!). Nel secondo è "padre" di Short e "marito" di Willie. Nel terzo è figlio, in quanto è presente il padre. E in questo torna ad essere padre e marito, con il vero figlio. Io non pensavo lo fosse ma quando spiega che sua madre è stata rapita io già avevo immaginato tutto. Certo, non per essere superficiali, ma in un mondo come quello di Hollywood pare strano che il figlio di Indiana Jones lo abbiano scelto così bruttino e poco carismatico. Comunque a livello recitativo se la cava egregiamente. Grandiosa Karen Allen anche se è invecchiata parecchio.
    E' bello vedere anche come vengano citate numerosissime altre avventure di Indy (io speravo di godere sentendo nominare Atlantide o magari Indy che citava qualcosa su una misteriosa Isola dei Caraibi con dei Segreti), avventure mai viste ma che arricchiscono il personaggio (quella di Pancho Villa è citata nel suo libro, il Diario Perduto), ne aumentano il mita e la biografia.

    Quando qualcuno mi disse che i finali dei film di Spielberg sono sempre lieti e spensierati, io risi senza capire. Man mano me ne rendo conto. Spielberg, dopo aver riesumato i terrori di Wells, ET e Star Wars, conclude in bellezza con...un matrimonio! Indiana Jones, eterno spirito libero, si accasa in maniera borghese (ed ebrea? Spielberg è ebreo e nel matrimonio si vede un candelabro a sette parti, è una cerimonia ebrea?) con il candido vestito di lei e il bacio in una domenica di sole e di festa. Abbastanza triste come finale, anche se dovrebbe ispirare tutto il contrario.
    Mutt comunque ha una bella psicologia, e la scena di lui che prova a raccogliere il cappello è geniale. Indy ricevette quel cappello raccogliendo un'eredità di un avventuriero, ma per Mutt è ancora troppo presto, c'è ancora un altro Indy in circolazione.

    Insomma un ritorno di Indiana Jones in grande stile, con un film vecchio stampo, ancora con stuntmen e umorismo all'antica di gusto, non come i filmacci commerciali moderni.
    Alcune cose molto criticabili, ma forse migliore di "Temple of the Doom".
    Fatto sta che Indy è ritornato, che il suo universo è sempre in espansione, e che vedere Harrison Ford sorridere in modo spaccone lo fa ringiovanire di vent'anni, e fa tornare alla memoria l'Indiana Jones di sempre.

    Edited by -Iena da Roma- - 24/5/2008, 15:30
     
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  2. mr orange
     
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    questo film è ottimo.
    Sinceramente il miglior film prodotto dalla Lucasfilm
     
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  3. -Nanni-
     
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    CITAZIONE
    Il film propone una visione filostatunitense come gli altri, ma in maniera qui molto più pacchiana, ma si nota quasi una ironia, o una visione manichea di quella contrapposizione USA-URSS

    e per questo il partito comunista russo si è inrazzato parecchio...

    a grandi linee concordo con il dr. Puce...comunque una precisazione...il macchinario degli dei di Atlantide è veramente extraterrestre...basta esaminare gli scheletri ad Atlantide (nel gioco) oppure leggere la seconda parte del fumetto per rendersene conto....le tematiche extraterrestri in indy girano già dagli anni 90!
     
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  4. Voodoomaster
     
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    CITAZIONE (mr orange @ 24/5/2008, 09:03)
    questo film è ottimo.
    Sinceramente il miglior film prodotto dalla Lucasfilm

    MA PER FAVORE ! ORA DICIAMO PURE CHE E' IL PIU' BEL FILM DELLA STORIA DEL CINEMA MAGARI...

    Non sprechiamo giudizi a sproposito solo presi dall'entusiasmo di una visione a caldo...

    CITAZIONE (-Nanni- @ 24/5/2008, 10:39)
    a grandi linee concordo con il dr. Puce...comunque una precisazione...il macchinario degli dei di Atlantide è veramente extraterrestre...basta esaminare gli scheletri ad Atlantide (nel gioco) oppure leggere la seconda parte del fumetto per rendersene conto....le tematiche extraterrestri in indy girano già dagli anni 90!

    Però aspetta, qui vale il discorso fatto da Puce. Tu in atlantide puoi spiegarti certe cose come vuoi, non sei costretto ad accettare la visione extraterrestre. Gli scheletri deformi potevano benissimo essere tentativi bizzarri di uso della macchina degli dei, come accade a Klaus Kerner
     
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  5. -Nanni-
     
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    dicendomelo due volte rendi meglio il concetto?

    scherzo :P

    comunque se vai nella discussione del film con spoiler rendo meglio il concetto (e c'è poco che ti lascia libertà di scelta)
     
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  6. Voodoomaster
     
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    CITAZIONE
    o magari Indy che citava qualcosa su una misteriosa Isola dei Caraibi con dei Segreti

    SI E IO MI ASPETTAVO CHE RACCONTASSE DI QUANDO ERA NELLA FREELANCE POLICE CON UN CANE ED UN CONIGLIO
     
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    Io preferisco Il Tempio Maledetto.

    Ho detto anche troppo....
     
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  8. -Nanni-
     
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    CITAZIONE (Voodoomaster @ 24/5/2008, 11:18)
    CITAZIONE (-Nanni- @ 24/5/2008, 10:39)
    a grandi linee concordo con il dr. Puce...comunque una precisazione...il macchinario degli dei di Atlantide è veramente extraterrestre...basta esaminare gli scheletri ad Atlantide (nel gioco) oppure leggere la seconda parte del fumetto per rendersene conto....le tematiche extraterrestri in indy girano già dagli anni 90!

    Però aspetta, qui vale il discorso fatto da Puce. Tu in atlantide puoi spiegarti certe cose come vuoi, non sei costretto ad accettare la visione extraterrestre. Gli scheletri deformi potevano benissimo essere tentativi bizzarri di uso della macchina degli dei, come accade a Klaus Kerner

    Anf Anf! è stata dura ma ecco quello che spiega nel fumetto...Come dicevo nell'altra discussione sono esperimenti per assomigliare ai falsi dei venuti dal cielo...Ecco quello che dice Nur-Ab-Sal dalla bocca di Sophia:

    CITAZIONE
    Vennero...avevano grandi corna.
    Il cielo si accese di fiamme e loro arrivarono... Gli dei camminarono tra di noi!
    Dalle fosse ribollenti di lava estrassero l'oricalco, che faceva diventare vivi
    la pietra e il bronzo, li faceva lavorare per noi come schiavi agli ordini dei
    padroni.
    Poi loro di improvviso svanirono, così come erano apparsi.
    Noi volemmo diventare come loro. Degli dei fra gli uomini.
    Creammo una grande civiltà, una possente flotta, iponenti fortificazioni ed eserciti.
    I regni delle isole caddero ai nostri piedi tra sgomento e soggezione. Atlantide
    dominò sul mondo conosciuto!
    Ma... il sogno crollò! Forse provocata dalla nostra presunzione, la rabbia dei VERI dei
    si abbattè su di noi!
    Fragorosa, ribollente, scossa dall'ira, la montagna-di-fuoco ci coprì col suo disprezzo!
    Il vasto oceano si intorbidì e si gonfiò, sempre piùtorreggiante, prendendosi le rive, facendo
    a pezzi la nostra orgogliosa flotta!
    L'impero si sgretolava... affondava!
    Scavammo una città sotterranea. Rischiarammo la notte eterna con cristalli-di-sole e tenemmo
    fuori le acque con porte stagne. Ma gli dei non cessavano il loro assedio.
    Allora ci ricordammo di loro... i grandi esseri con le corna.
    Loro avrebbero potuto ricacciare indietro il mare, restituire ad Atlantide la gloria!
    Dovevamo riportarli qui. Dovevamo ricrearli!
    Se dalla pietra e dal bronzo l'oricalco creava degli uomini, sicuramente avrebbe potuto
    rendere gli uomini come dei! Io, Nur-Ab-Sal, ultimo dei sommi sacerdoti, aiutai a
    progettare il grande congegno, la macchina degli dei!
    Gli esperimenti su schiavi, mendicanti e ladri non portarono che alla creazione di un
    drappello di spegievoli subumani!
    Però proseguimmo. Esperimenti su esperimenti, un fallimento dopo l'altro. Morte,
    mutilazione, sofferenza... finchè al crepuscolo dell'impero, gli sventurati e i negletti
    insorsero e si ribellarono.
    In quei pochi giorni d'incubo i canali scorrevano rossi di sangue. A migliaia perirono!
    Io, Nur-Ab-Sal, con essi.
    Tutto il mio scibile segreto non poteva scacciare l'ombra della morte. E io lo sapevo.
    Perciò impressi la mia essenza... il mio spirito... in questa collana d'ambra.
    Sebbene il mare abbia voluto per sè la gloriosa Atlantide io, Nur-Ab-Sal, vivo ancora.
    Il mio sogno può essere coronato! Posso ancora essere un Dio!
    L'impero sarà restaurato!

    bhè...mi pare che ci sia poca possibilità di spaziare con l'immaginazione
     
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  9. Matioski
     
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    Beh, visto che l'altro topic già non se lo fila più nessuno, posto anche qui la mia semi-recensione, che in realtà si concentra su alcuni aspetti della trama a mio avviso poco chiari.

    Mi trovo ad essere più deluso che soddisfatto, per gli stessi motivi che avete già elencato. In particolare, assolutamente improbabile la scena della bomba atomica (e totalmente insignificante ai fini della trama, cosa che costituisce un'aggravante), Mutt in versione Jack Sparrow/Tarzan a seconda dell'occasione, e soprattutto il finale del tutto incomprensibile.
    Intendiamoci, gli alieni possono anche andare bene (in fondo, ci ritroviamo negli anni '50 ed è stata quasi una tematica ovvia da affrontare), ma almeno avrebbero dovuto spiegare bene che cavolo fossero lì a fare, e soprattutto che diamine succede alla fine!
    In poche parole, questi tredici omuncoli (oppure uno solo diviso in tredici, boh), sono arrivati sulla Terra da un'altra dimensione ed hanno insegnato ai nativi del luogo a coltivare i campi ed amenità varie. A questo punto, perchè rimangono lì? Qual'è il loro scopo? Vabeh, supponiamo che mentre impartivano le loro lezioni di economia domestica, un avido conquistadores sia arrivato a rubare la testa di uno di loro. Ora, i baldi omuncoli hanno perso un loro compagno, e quindi si chiudono in una muta attesa. Dopo secoli, arriva una giovane donna dal caschetto improponibile a riportare la pecorella smarrita all'ovile, e gli alieni decidono di ringraziarla facendo perire i suoi compagni in circostanze misteriose, e donandole la conoscenza, ovvero incendiandole la testa! Ok, gli ET probabilmente si sono resi conti che Cate Blanchett era proprio una cattivona e non un essere puro come il buon Jones, e quindi l'hanno uccisa a tradimento, ma in genere l'immagine che si ricava di loro è che non siano proprio riconoscenti. Alla fine, forse per paura che qualcuno possa rubare loro una rotula e stanchi dei programmi televisivi terrestri, gli alieni devastano la città che avevano fatto costruire con tanta fatica ai nativi proprio sopra la loro astronave (una genialata d'altri tempi) e partono verso nuove avventure.
    Ora, che senso ha tutto ciò? Senza contare che la maggior parte delle deduzioni sono scaturite dalla mia mente, dato che il film non fornisce nessuna spiegazione.
    In definitiva, per l'ennesima volta Spielberg non azzecca il finale, anche se stavolta credo che la colpa debba essere imputata al buon Georgino.
    Ah, menzione speciale per il mitico inserviente di "Scrubs" nei panni di un agente della CIA, e per Charles Widmore di "Lost" in versione "generale buono"; entrambi assolutamente improponibili (stavolta in senso ironico)! ^_^
     
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  10. mr orange
     
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    il finale di Indy 4 mi ricorda un po' Tintin volo 714 destinazione Sidney
     
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  11. ^Sick_Boy
     
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    Oddio...dovrei andare a vederlo oggi e già mi sta passando la voglia...
     
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  12. Voodoomaster
     
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    Bravo leggiti tutti gli spoiler te :clab:
     
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  13. -Iena da Roma-
     
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    Se!

    Comunque io pochi secondi prima di entrare al cinema ho provato un brivido ricordandomi la scena di Sean Connery a terra e Ford che avanza, con la frase "Solo il penitente potrà passare" e la meravigliosa musica di sottofondo.
    Eeeeh altri tempi...
     
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  14. Vitoner
     
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    A me il film è piaciuto al 50%. Nel senso che sono d'accordo su tutto col Puce.
    Poi ho notato un paio di cose:
    1 - Quando ho visto la scena dei 13 alieni che formano un solo corpo è scattato qualcosa nella mia testa: "Ma io questa scena l'ho già vista", mi sono detto,"Ma certo! E' uguale al boss di fine livello di 'Metal Slug 3'!!!". E' noto sche Spielby sia un videogiocatore, che sia una citazione voluta (ma io stesso ne dubito fortemente...)?
    2 - Poi se Sean Connery aveva ottenuto la vita eterna bevendo dal sacro graal nel terzo episodio (quindi è immortale ma non invulnerabile), come mai Indy alla fine del film dice che probabilmente suo padre "se la sta ridendo da qualche parte lassù"? Vuol dire che è morto di morte violenta?

    E poi dai: Indy che sopravvive a una esplosione atomica e a un volo pazzesco nascondendosi in un frigorifero indistruttibile, mentre una città intera è ridotta in cenere?! Ma chi l'ha scritta 'sta vaccata?!
    Concludendo, visto che abbiamo aspettato 20 anni per un nuovo film, potevano sicuramente impegnarcisi di più.

    Iena, l'incontro con Pancho Villa è un episodio della serie televisiva sulla gioventù di Indy. Ce l'ho in vhs registrato da mio padre circa venti anni fa :asd:

    Edited by Vitoner - 24/5/2008, 15:50
     
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    2 - Poi se Sean Connery aveva ottenuto la vita eterna bevendo dal sacro graal nel terzo episodio (quindi è immortale ma non invulnerabile), come mai Indy alla fine del film dice che probabilmente suo padre "se la sta ridendo da qualche parte lassù"? Vuol dire che è morto di morte violenta?

    L'immortalità aveva 1 prezzo da pagare! Non bisognava oltrepassare il grande sigillo!
     
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