Mutui, Cdm vara decreto anti-crisi

Le Banche Centrali tagliano i tassi

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  1. Jacob Flint
     
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    CITAZIONE
    Mercoledì sera il governo italiano ha varato il decreto legge contenente provvedimenti per la stabilità delle banche e del risparmio, nella giornata in cui tutte le principali Banche Centrali (Bce, Banca d'Inghilterra, Federal Reserve, Banca nazionale svizzera, Banca centrale svedese e Banca del Canada), hanno deciso di tagliare i tassi di interesse. Un'azione coordinata congiunta che non ha precedenti nella storia. La Bce ha portato il costo del denaro al 3,75% dal 4,25%. Gli Usa all'1,75%. A Milano il Mibtel ha ceduto il 5,7%. Il Fmi lancia un allarme sulla nostra economia: "L'Italia è in recessione e ci rimarrà anche nel 2009".

    22.55 - Draghi: "Dl per prudenza, non da usare"
    Il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, spiega che il decreto serve a "metter da parte le armi che speriamo di non dover usare. E' per prudenza che si fa questo decreto, non per usarlo. Fa parte delle serie risposte che i governi stanno dando".

    22.28 - Rosso anche per Wall Street
    Chiusura in negativo per Wall Street. Il Dow Jones cede il 2,14% a 9.245,28 punti, il Nasdaq arretra dello 0,83% a 1.740,30 punti, mentre lo S&P 500 lascia sul terreno l'1,22% a 984,08 punti. I mercati azionari statunitensi hanno chiuso in ribasso per il sesto giorno consecutivo, e il taglio dei tassi delle banche centrali di tutto il mondo non è riuscito ad alleviare i timori di una recessione globale.

    22.20 - "Nessuna soglia quantitativa per dl"
    Il decreto legge non ha alcuna soglia quantitativa né di 20 né di 30 miliardi. Si valuterà caso per caso". Lo afferma il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, smentendo le notizie che parlavando "di un importo predeterminato. Il decreto legge introduce uno strumento generale senza soglie quantitative.

    22.16 - Tremonti: "Stato non entrerà nel management delle banche"
    Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, spiega che il "governo non ha interesse a entrare nel capitale delle banche, ma se la Banca d'Italia o le banche stesse registreranno una capitalizzazione insufficiente, quel capitale lo metterà lo Stato. L'ingresso dello Stato - aggiunge - sarà sterile ai fini del potere"

    22.10 - Nel decreto garanzie depositi
    L'estensione della garanzia dello Stato, oltre quella già prevista dal fondo interbancario, sui depositi dei risparmiatori e un fondo che consenta allo Stato di partecipare alla ricapitalizzazione di banche che dovessero avere difficoltà. Sono i due pilastri del decreto legge con cui il governo risponde alla crisi finanziaria.

    21.46 - Tremonti: "Poste non falliranno mai"
    I governi passano, le Poste restano. Parola del ministro dell'Economia Giulio Tremonti che, durante la conferenza stampa al termine del Cdm, afferma che "le Poste non falliranno mai".

    21.30 - Premier: "Nessuna banca fallirà"
    "Nessuna banca italiana fallirà e nessun risparmiatore rischia". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al termine del Cdm. "Il sistema delle banche italiane è patrimonializzato a sufficienza, è liquido a sufficienza, non ha problemi di ricapitalizzazione. Gli italiani devono essere sereni", ha ribadito il premier.

    21.20 - Fondo di 20 mld per le banche
    Il fondo che il governo metterà a disposizione del sistema bancario per fronteggiare la crisi finanziaria è di 20 miliardi di euro.

    21.11 - Approvato il decreto anti-crisi
    Il Consiglio dei ministri ha dato via libera al decreto legge contenente provvedimenti per la stabilità delle banche e del risparmio. Lo si apprende da fonti governative.

    20.56 - Iniziato il Consiglio dei ministri
    E' riunito a Palazzo Chigi il Consiglio dei ministri. La riunione era in agenda alle ore 20 per misure urgenti a tutela di banche e risparmiatori. E' iniziata con ritardo.

    20.00 - Tremonti da Napolitano anticipa misure
    Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti si è recato al Quirinale e ha illustrato al presidente della Repubblica i provvedimenti che saranno sottoposti tra poco al Consiglio dei ministri per fronteggiare la crisi dei mercati finanziari internazionali e per garantire la stabilita' delle banche e la sicurezza dei risparmi.

    19.00 - Trichet: "Faremo tutto il necessario"
    La Banca centrale europea farà "qualunque cosa sia necessaria" per fronteggiare la crisi dei mutui, e il taglio dei tassi d'interesse, deciso di concerto con le altre principali banche centrali, è servito a dare "un poderoso segnale di fiducia" ai mercati. Lo ha detto il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet aggiungendo che la situazione rende necessaria una "intima cooperazione" e che i rischi sono aumentati rispetto all'ultimo consiglio Bce di giovedì scorso.

    18.15 - Bruciati altri 340 miliardi
    Costa 340 miliardi di euro di capitalizzazione bruciata l'ennesima drammatica seduta vissuta dalle Borse europee. Il Dj Stoxx 600, indice che sintetizza l'andamento dei listini del Vecchio Continente, ha ceduto il 6,02%. Le principali Borse europee hanno tutte perso tra i cinque e i sette punti percentuali con Londra in calo del 5,18%, Parigi del 6,31 e Francoforte del 5,88%.

    17.40 - Piazza Affari chiude in forte ribasso
    Non è bastato il taglio dei tassi di interesse di mezzo punto percentuale deciso dalle principali banche centrali a ridare fiato ai listini. Dopo un breve tentativo di recupero gli indici europei sono tornati in deciso rosso, peggiorando nel finale. Piazza Affari chiude con il Mibtel in flessione del 5,72% a 16.793 punti, l'SP/Mib del 5,71% a 22.274 e l'All Stars del 5,64% a 9.149. Lettera pesante su tutti i comparti, in particolare su banche, costruzioni, editoriali e tlc. Fra i bancari Unicredit affonda del 12,58% a 2,445 euro, IntesaSanPaolo del 5,85% mentre Popolare Milano perde il 7,5%. Rimbalza, invece, dopo diverse sedute pesanti, Banco Popolare (+3%). In controtedenza, sempre tra i bancari Mps poco sopra la parità. Fra le tlc, Telecom perde l'8,89% a 0,8475 euro dopo avere toccato un nuovo minimo a 0,83 euro. Tiscali dopo un forte ribasso chiude a meno 2,98%.

    17.00 Piazza Affari peggiora nel finale
    Quando ormai manca mezz'ora al termine delle contrattazioni Piazza Affari torna a puntare con decisione verso il basso. Il Mibtel cede il 6,13% a 17.812 punti e l'SP/Mib il 6,4% a 22.110 punti. Tra i titoli in maggiore tensione Intesa Sanpaolo, che cede il 9,56% a 3,16 euro, mentre Unicredit cede il 9,16% a 2,54 euro.

    16.50 - Il petrolio scivola a 87 dollari al barile
    I prezzi del petrolio accentuano la flessione dell'avvio dopo la pubblicazione dei dati sulle riserve settimanali Usa, risultati superiori alle attese. Il future novembre sul Wti perde il 3,22% a 87,16 dollari al barile, mentre l'analoga consegna sul Brent cede il 2,79% a 82,3 dollari.

    16.41 - Borse europee in rosso, Wall Street altalenante
    Restano in rosso fisso le borse europee, mentre Milano scivola a -5,22%. Londra perde il 3,74%. Francoforte arretra del 3,26% e Parigi cala del 3,79%. Intanto Wall Street continua ad oscillare. Il Dow Jones va giù dello 0,4% e il Nasdaq invece avanza dello 0,3%.

    15.58 - Wall Street vira in positivo
    La borsa di New York, fra scambi estremamente volatili, consolida il rialzo: a mezzora dall'inizio il Dow Jones guadagna l'1,14%, il Nasdaq l'1,56%.

    15.35 - Avvio in deciso calo per Wall Street
    Il taglio dei tassi di mezzo punto percentuale effettuato dalla Federal Reserve che ha portato i Fed Found Usa all'1,75% non è bastato a dare ossigeno ai mercati americani che avviano le contrattazioni in deciso ribasso. A Wall Street il Dow Jones cede l'1,34%, a quota 9.320,63, mentre il Nasdaq cede il 2,52%, a 1.710,57 punti. Sui listini nuovo tonfo per Bank of America che perde il 13%.

    15.15 - Fmi: "L'Italia è in recessione"
    L'Italia piomba in recessione e ci resterà anche per il 2009 con un calo del Pil dello 0,2% accomunata, in questa marcia all'indietro dell'economia del prossimo anno, con la Spagna (-0,2), la Gran Bretagna (-0,1%) e l'Irlanda (-0,6%). Lo dice il Fondo Monetario Internazionale nel World Economic Outlook sottolineando che si tratta per l'economia mondiale della crisi più grave dagli anni '30.

    14.56 - A Milano ancora giù i bancari
    A Milano indici nuovamente in deciso ribasso. Dopo la decisione della Bce di tagliare i tassi gli indici avevano recuperato terreno arrivando fino a un "-0,5%". Ora invece cedono nuovamente in 4%. A far le spese della nuova ondata di vendite sono soprattutto i titoli bancari (Unicredit a -3,47%, Intesa Sanpaolo -6,21%, Bpm - 7,26%) e assicurativi (Generali -2,86%, Unipol -4,06%) ma anche Eni fra gli energetici (-1,96%) dove invece Saipem recupera l'1,67%. In calo marcato Impregilo (-7,57%) e Fiat ( -3,97%), mentre mantengono il segno positivo solo Italcementi (+1,2%), Finmeccanica (+0,58%) e Mediaset (+2,7%). Ancora molto debole Telecom (-4,75%).

    14.30 - Le Borse europee tornano in deciso rosso, Milano la peggiore
    Invertono la rotta le principali Borse europee e tornano di nuovo in deciso rosso dopo il tentato recupero a seguito del taglio dei tassi da parte delle banche centrali. Gli indici, caratterizzati da un'alta volatilità sembrano ora puntare decisamente al ribasso, con Francoforte che cede il 3%, Parigi il 2,4%, Londra l'1,8%. Milano rimane la peggiore con gli indici a -4%. Anche i future su Wall Street sono in calo.

    14.00 - Depositi bancari, verso soglia di garanzia dello Stato di 100mila euro
    Il Consiglio dei Ministri di questa sera varerà un decreto legge anti-crisi. Tra le misure ci potrebbe essere l'innalzamento della soglia di garanzia dello Stato sui depositi dei risparmiatori da 20mila a 100mila euro. Attualmente i depositi dei risparmiatori sono garantiti fino a 103mila euro dal Fondo interbancario che viene finanziato dalle stesse banche. Ora la garanzia potrebbe essere ampliata anche dallo Stato.

    13.28 - La Borsa di Milano ancora in profondo rosso
    Le Borse europee sono passate in rialzo, ma Milano rimane in rosso. Il Mibtel segna un -2,98%, l'SP/Mib un -2,98% e l'All Stars un -4,41%.

    13.23 - Taglio tassi, una mossa senza precedenti
    La mossa attuata oggi da sei fra le maggiori banche centrali per il taglio di mezzo punto percentuale dei tassi di riferimento non ha precedenti. Dopo l'attacco alle Torri di Manhattan dell'11 settembre 2001 infatti la Fed e la Bce tagliarono il costo del denaro a distanza di pochi giorni, il 17, con due azioni distinte anche se coordinate fra di loro. La decisione odierna - spiega un comunicato congiunto - riflette ''il recente intensificarsi della crisi finanziaria'' che ha ''aumentato i rischi di rallentamento dell'economia ed al tempo stesso ha diminuito le pressioni inflazionistiche''.
    "Per tutta la crisi finanziaria in corso - recita la nota - le banche centrali hanno avviato consultazioni molto strette, cooperando in azioni concertate come mai prima, quali l'approvvigionamento di liquidità al mercato per ridurre le tensioni". Le pressioni inflattive, continua la nota, "hanno iniziato a scendere in diversi Paesi, in parte a causa del notevole calo dei prezzi dell'energia e di altre materie prime. Le attese di inflazione sono in calo e restano ancorate alla stabilità dei prezzi", mentre "il recente intensificasi della crisi finanziaria ha aumentato i rischi di un peggioramento congiunturale, contenendo al contempo i rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi". "Un qualche allentamento delle condizioni monetarie - conclude la nota - era quindi divenuto necessario".

    13.20 - Borse europee in recupero
    Le Borse europee invertono rotta in scia alla decisione delle banche centrali mondiali di tagliare i tassi di mezzo punto. I listini del Vecchio Continente puntano ora ad azzerare le perdite della mattinata. Parigi cede lo 0,5%, Madrid sale dello 0,15%, mentre Milano ha ridotto la flessione allo 0,8 per cento.

    13.00 - Le Banche Centrali tagliano i tassi. La Bce li porta al 3,75%
    Azione coordinata delle banche centrali per fronteggiare la crisi: la Bce, la Fed e la Boe hanno tagliato i tassi d'interesse di mezzo punto ciascuno, portandoli rispettivamente al 3,75%, all'1,5% e al 4,5%. Per la Bce si tratta del primo ritocco al ribasso dal giugno 2003. Il tasso sui prestiti marginali della banca centrale europea è sceso in parallelo al 4,75% mentre quello sui depositi è ora al 2,75%.

    12.47 - Piazza Affari in rosso, ma sopra i minimi di seduta
    Si conferma in rosso Piazza Affari, con il Mibtel in calo del 5,86% a 16,76 euro e l'SP/Mib del 5,81% a 22.249 punti, con l'intero listino sotto la parità ad eccezione del Banco Popolare (+4,66% a 8,84 euro). Ancora sotto pressione invece Unicredit (-9,46% a 2,53 euro), Fastweb (-9,72% a 13,91 euro) e Telecom (-8,41% a 0,85 euro). Giù anche Eni (-5,51% a 15,98 euro) e Fiat (-4,99% a 6,99 euro).

    12.20 - Wall Street vista al ribasso
    Si va verso un'altra apertura in calo a Wall Street. Le prime indicazioni sui futures indicano una flessione dell'1,82% per il Dow Jones e dell'1,83% sia per il Nasdaq. Continuano a pesare le parole del presidente della Fed, Ben Bernanke, che ieri ha espresso preoccupazione che la crisi finanziaria porti gli Usa verso la recessione.

    11.50 - Stasera alla 20 Consiglio dei Ministri straordinario sul decreto anti-crisi
    Una riunione straordinaria del Consiglio dei Ministri è stata convocata per stasera alle ore 20. All'ordine del giorno l'esame del decreto legge su "misure urgenti per garantire la stabilità delle banche e del risparmio". Lo rende noto un comunicato di Palazzo Chigi, sottolineando che il Cdm segue "la riunione Ecofin di lunedì e martedì , in coordinamento con altri governi europei".

    11.29 - La Banca d'Inghilterra inietta denaro
    La banca centrale inglese immette sul mercato 12,49 miliardi di sterline con asta a una settimana, un ammontare inferiore ai 30 miliardi di ieri.

    11.24 - La Grecia garantisce i depositi fino a 100mila euro
    Dopo la decisione dei Ministri dell'Economia e delle Finanze di portare il limite minimo di garanzia dei depositi bancari nell'Unione Europea da 20mila a 50mila euro, il Ministro greco dell'Economia e delle Finanze, Giorgios Alogoskoufis, ha annunciato che il governo presenterà presto in Parlamento una nuova legge per garantire i depositi in Grecia fino a 100mila euro e per la durata di tre anni. In Italia questa garanzia esiste da tempo e ieri anche la Spagna ha elevato il tetto da 20mila a 100mila euro.

    11.00 - Sui listini è sempre bufera
    Prosegue la tempesta in Piazza Affari, che risale lievemente dai minimi con il Mibtel in calo del 6,25% a 17.812 punti e l'SP/Mib del 6,48% a 23.622 punti. Oltre alla sospensione per eccesso di ribasso di Impregilo, che segna un calo teorico di oltre il 16% e Fastweb (-9,91% il teorico), si segnalano le persistenti vendite su Unicredit (-9,1% a 2,54 euro), sul filo del rasoio verso una nuova sospensione, e di Telecom (-8,35% a 0,85 euro). Difficoltà anche per Eni (-6,28% a 15,86 euro) e Fiat (-4,92% a 6,99 euro), mentre Intesa Sanpaolo lascia sul campo il 6,49% a 3,27 euro.

    10.40 - Tremonti: "Il risparmio è al sicuro"
    Dall'Europa arriva ''un messaggio di sicurezza sulle banche: saranno tenute in piedi. E sul risparmio: sarà difeso. Questo è molto importante per evitare effetti negativi. Alla fine l'Europa si è mossa bene''. Così, ai microfoni del Gr1, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Interrogato sulla proposta di un fondo di garanzia europeo, sul modello americano, che sembra non aver incontrato i favori di alcuni partner europei, il ministro ha risposto che ''c'è un'idea europea, abbastanza equivalente. Comunque - ha ripetuto - si salvano le banche, intervengono i governi se necessario; si salva il risparmio, lo tutela il governo, se necessario. Dalle mia parti si dice: piuttosto che niente, meglio piuttosto. E' un buon piuttosto''.

    10.27 - Unicredit a picco: -10%. Non bastano le parole dell'a.d. Profumo
    Non bastano a risollevare le sorti del titolo Unicredit in Borsa le rassicurazioni al mercato dell'amministratore delegato Alessandro Profumo. Stamattina a Londra, in una conferenza organizzata da Merrill Lynch, ha ribadito che le prenotazioni delle obbligazioni "cashes" sono già state completate, assicurando il successo del prossimo aumento di capitale; inoltre ha detto di essere in contatto con investitori istituzionali per la cessione, a fine anno, della partecipazione nel gruppo Generali, ripetendo però anche l'ammissione di avere inizialmente sottovalutato gli effetti della bufera finanziaria internazionale. Il titolo ha reagito scendendo ancora: all'inizio, senza neanche riuscire a far prezzo e successivamente perdendo terreno fino a un minimo inferiore a 2,5 euro per azione, in ribasso del 10%.

    10.08 Peggiorano i listini europei
    Peggiorano i listini europei. Londra con l'indice Ftse-100 in calo del 7,35% nonostante il piano a sostegno del sistema finanziario varato dal governo. Profondo rosso a Amsterdam e Bruxelles con gli indici che sprofondano di oltre l'8%. A Parigi l'indice Cac-40 cede il 7,20% e il Dax di Francoforte crolla del 7,66%. Ribassi di quasi il 6% a Madrid e Zurigo.

    10.00 - Milano in picchiata
    Peggiora l'andamento della Borsa, penalizzata dalla riammissione di alcuni fra i titoli principali inizialmente sospesi per eccesso di ribasso. Il Mibtel è in calo del 7,34%, la flessione più marcata del vecchio continente, per effetto di vendite prevalenti su tutti i settori. Particolarmente cedenti i bancari, con Unicredit che, riammessa alle contrattazioni, segna un calo di oltre l'8%, mentre Intesa Sanpaolo perde il 4,85% e la Bpm il 6,52%. Offerta prevalente anche nel comparto energetico, con i petroliferi particolarmente danneggiati dai nuovi ribassi del prezzo del greggio: Eni scende del 5,27% e Saipem, fra i titoli sospesi in apertura, è trattata a prezzi in calo del 10,71%. Impregilo perde il 16,22%, mentre fra i telefonici Tiscali scende del 17,92% anche dopo la precisazione della società che non ha ricevuto comunicazioni ufficiali del calo di quota da parte di Renato Soru. Telecom Italia, dopo la lettera ai dipendenti dell'a.d. Franco Bernabè, con la quale ha dichiarato che "per quanto burrascosa sia la situazione dei mercati, Telecom Italia è in grado di reggere la tempesta dalla quale, sono convinto, uscirà rafforzata", scende invece del 6,9%.

    09.10 - Avvio in pesante calo a Piazza Affari
    Si prospetta un'altra giornata da brivido sulle Borse europee, zavorrate dalla chiusura pesante di Wall Street e dal crollo di Tokyo (-9,8%). A Milano gli indici hanno avviato le contrattazioni in pesante ribasso. Il Mibtel perde il 3,9% a 17.115 punti, l'SP/Mib il 3,9% a 22.698, l'All Stars il 3,4% a 9.361 punti. Raffica di sospensioni già in apertura: Unicredit, congelata a -10%, Unipol (-7% teorico), Saipem (-7,8% teorico), Tenaris (-10,5 teorico), Prysmian (-10,2% teorico) e Impregilo (teorico).

    Fonte: tgcom
     
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  2. Vitoner
     
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    VA TUTTO BENE! E' COME LA CRISI DEL '29 MA VA TUTTO BENE! (grande Crozza)
     
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  3. Voodoomaster
     
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    Dicono che va tutto bene perchè se la gente si fa prendere dalla psicosi e va a ritirare tutto nelle banche è finita, si ritrovano con la carta straccia nei portafogli...mai visto Mary Poppins ??
     
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    Divinità dei Sette Mari

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    Non sono d'accordo sul taglio dei tassi, sono contro la violenza gratuita sugli animali.
     
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  5. Vitoner
     
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    se la gente si fa prendere dalla psicosi e va a ritirare tutto nelle banche è finita

    Lo stanno già facendo, purtroppo.
     
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  6. Jacob Flint
     
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    CITAZIONE
    Non sono d'accordo sul taglio dei tassi, sono contro la violenza gratuita sugli animali.

    Un'altra battuterrima del genere e ti esilio dalla sezione :sìsì:
     
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    CITAZIONE (Voodoomaster @ 10/10/2008, 16:13)
    Dicono che va tutto bene perchè se la gente si fa prendere dalla psicosi e va a ritirare tutto nelle banche è finita, si ritrovano con la carta straccia nei portafogli...mai visto Mary Poppins ??

    Secondo voi potrebbe mai succedere 1 cosa del genere?
     
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  8. Voodoomaster
     
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    10 domande sulla crisi

    (di Michel Collon)


    1.Subprimes?
    Il punto di partenza è una vera truffa visto che la banche occidentali hanno guadagnato una enorme quantità di denaro a discapito delle case statunitensi, dicendo a coloro che avevano contratto un mutuo che se non erano in grado di pagare, gli avrebbero tolto le proprie case per quattro soldi.

    2. E’ solo una crisi bancaria?
    Assolutamente no. Si tratta di una vera crisi economica che è cominciata nel settore bancario, ma le cause di essa sono molto più profonde. In realtà, tutta l’economia degli Usa vive a credito da trent’anni. Le imprese si indebitano oltre le proprie possibilità, anche lo stato si indebita oltre le proprie possibilità (per fare la guerra) e hanno spinto sistematicamente i cittadini ad indebitarsi, l’unica maniera per mantenere, artificialmente, una crescita economica.

    3. La vera causa?
    Sicuramente i media di comunicazione tradizionali non ci dicono nulla. E senza dubbio i subprimes non sono più che la punta di un iceberg, la manifestazione più spettacolare di una crisi di sovrapproduzione che colpisce gli USA ma anche i paesi occidentali. Se l’obiettivo finale di una multinazionale consiste nel licenziare i lavoratori in massa per fare lo stesso lavoro con meno persone, se inoltre si comprimono i salari con ogni mezzo e con l’aiuto di governi complici, a chi vanno a vendere i capitalisti le loro merci? Non hanno smesso di depauperare i loro clienti!

    4. E’ solo un altra crisi che si aggiunge?
    La storia dimostra che il capitalismo è passato sempre da una crisi ad un'altra, con, di quando in quando, una buona guerra per uscire da essa (eliminando i suoi rivali, imprese, infrastrutture, ciò che permette un buon rilancio economico). In realtà le crisi sono anche un periodo del quale approfittano i grandi per eliminare o assorbire i più deboli. Quello che accade ora nel settore bancario statunitense, o nel caso di BNP che assorbe Fortis (e tutto ciò non è che l’inizio). Ma, se la crisi rafforza la concentrazione di capitali in mano ad un numero ancora più piccolo di multinazionali, quale sarà la conseguenza? Questi supergruppi avranno ancora più mezzi per eliminare ed impoverire la mano d’opera e trasformarsi in una competizione ancora più forte. Siamo di nuovo al punto di partenza.

    5. Un capitalismo su basi etiche?
    Sono cento cinquant’anni che ce lo promettono. Perisino Bush e Sarkozy lo hanno fatto. Ma è, in realtà, una cosa talmente impossibile come è impossibile che una tigre diventi vegetariana. Il fatto è che il capitalismo si appoggia su tre principi: 1. la proprietà privata dei grandi mezzi di produzione e di finanziamento. Non è la popolazione che decide sono le multinazionali; 2. La competitività: vincere la guerra economica, vale a dire, eliminare la concorrenza; 3. Il massimo profitto: per vincere questa battaglia non basta ottenere benefici normali o ragionevoli, bensì un saggio di profitto che permetta di distanziare la concorrenza. Il capitalismo è la legge della giungla, come già scrisse Carlo Marx: “il capitale è terrorizzato dall’assenza del profitto. Quando sente un profitto ragionevole, si inorgoglisce. Al 20% si entusiasma. Al 50% è temerario. Al 100% abbatte tutte le leggi umane ed al 300% non si ferma davanti a nessun crimine.”

    6. Salvare le banche?
    Ovviamente, è necessario proteggere i clienti delle banche. Ma, in realtà, ciò che lo stato sta facendo è proteggere i ricchi e nazionalizzare le perdite. Per esempio, lo stato belga non aveva 100 milioni di euro per aiutare la popolazione per mantenere il suo potere d’acquisto ma per salvare le banche è riuscito a trovare 5.000 milioni in due ore. Migliaia di milioni che noi dobbiamo rimborsare. Il fatto ironico è che Dexia era una Banca Pubblica e che Fortis ha acquisito una banca pubblica che funzionava molto bene. Grazie a questa banca i suoi dirigenti hanno fatto affari per vent’anni. E adesso che la cosa non funziona, si chiede a questi dirigenti che paghino i piatti rotti con i soldi che hanno guadagnato e che hanno accumulato?
    No, si chiede a noi di pagare per loro.

    7. I mezzi di comunicazione?
    Lungi dallo spiegarci tutto ciò, focalizzano la loro attenzione su fatti secondari. Ci dicono che si deve cercare dove sono gli errori, i responsabili, combattere gli eccessi e bla bla bla. Di sicuro non si tratta di questo o di quell’altro errore, ma proprio del sistema. Questa crisi era inevitabile. Le imprese che stanno fallendo sono le più deboli o quelle che hanno avuto la sorte peggiore. Quelle che sopravvivranno avranno più potere sull’economia e sopra le nostre vite.

    8. Il neoliberalismo?
    La crisi non è stata provocata ma accelerata dalle modalità neoliberali degli ultimi venti anni. I paesi ricchi hanno provato ad imporre questo neoliberalismo in tutto il terzo mondo. In America Latina , cosa che finisco ora di studiare durante la preparazione del mio libro “I sette peccati capitali di Hugo Chavez”, il neoliberalismo ha portato milioni di persone alla miseria. Ma all’uomo che ha lanciato il segnale della resistenza, l’uomo che ha dimostrato che si può resistere alla Banca Mondiale, al FMI e alle multinazionali, l’uomo che ha insegnato che si devono voltare le spalle al neoliberalismo per ridurre la povertà, quest’uomo, Hugo Chavez, non smette di essere demonizzato a colpi di menzogne mediatiche e di diffamazioni infondate. Perché?

    9. Il terzo mondo?
    Si parla solo delle conseguenze della crisi nel Nord. In realtà, tutto il terzo mondo soffrirà gravemente a causa della recessione economica e della caduta dei prezzi delle materie prime che provocherà la crisi.

    10. L’alternativa?
    Nel 1989, un famoso autore statunitense, Francis Fukuyama, ci annunciava la Fine della Storia: il capitalismo aveva trionfato per sempre, ci disse.
    Non è stato necessario molto tempo perché i vincitori fossero smentiti. L’umanità ha bisogno davvero di un altro tipo di società. Il sistema attuale fabbrica migliaia di milioni di poveri, affonda nell’angoscia quelli che hanno (provvisoriamente) la fortuna di lavorare, moltiplica le guerre e rovina le risorse del pianeta. Pretendono che l’umanità sia condannata a vivere sotto la legge delle giungla, tutto questo è prendere la gente per imbecilli. Come dovrebbe essere una società più umana, che offra un avvenire degno per tutti? Questo è il dibattito che tutti abbiamo l’obbligo di lanciare. Senza tabù.

    Inutile credere che ricapitalizzando con un milione di miliardi si recuperi chissà cosa, è un problema intrinseco del liberismo e del capitalismo che, temo, non cadrà mai...
     
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7 replies since 9/10/2008, 20:34   76 views
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