Nuovo scudo fiscale contro la crisi

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  1. -Ginky-
     
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    ROMA - Colpo di spugna sui capitali all'estero e su molti reati societari e tributari. Sette commi, sei paginette dense di norme e riferimenti di legge: lo scudo fiscale-ter si appresta ad arrivare in Parlamento per mano dello stesso governo o, più probabilmente, ad opera di un deputato della maggioranza. La sostanza della bozza dell'emendamento al decreto anticrisi approntata dai tecnici dell'esecutivo, e di cui Repubblica è entrata in possesso, è quella di un condono generalizzato per chi ha costituito o esportato somme all'estero fino al 31 dicembre del 2007.

    La sanatoria prevede, per chi aderisce, l'"esclusione di punibilità" per una nutrita serie di reati penali di carattere economico: dal falso in bilancio, alla bancarotta fraudolenta, dall'emissione di fatture false a tutti i reati tributari. Per chi ha costituito fondi nero all'estero c'è l'opportunità di farla franca.

    Il "rimpatrio", come è intitolato il comma 2 dell'emendamento potrà avvenire entro il 31 dicembre di quest'anno, a partire da una data compatibile con l'approvazione del decreto, probabilmente il 1° agosto o il primo settembre. L'operazione potrà essere effettuata attraverso banche, intermediari finanziari, Poste e agenti di cambio e riguarderà "denaro e altre attività finanziarie".

    Doppio il binario che si potrà percorre per la regolarizzazione e doppia l'aliquota: il primo canale è il "rimpatrio con sottoscrizione di speciali titoli di debito", in pratica Bot, Cct, titoli di aziende controllate dallo Stato (come l'Enel o l'Eni) emessi in "serie speciale". Queste somme saranno vincolate per dieci anni e lo scudo dovrebbe costare il 5 per cento dell'importo dichiarato delle attività "rimpatriate". Il ricavato, come spiega il comma 3, con il vago sapore dell'alibi, è destinato alla "ricostruzione dei territori interessati al sisma del 6 aprile 2009". Il secondo meccanismo di rimpatrio è quello senza vincoli e costerà di più, molto probabilmente il 7-8 per cento delle attività finanziarie.

    Per accedere alla sanatoria i soggetti interessati dovranno presentare una "dichiarazione riservata" agli intermediari e questi rilasceranno agli interessati una copia della stessa. Ovvero lo "scudo". E sono proprio gli effetti dello "scudo" elencati nel comma 5 a definire al portata del provvedimento che si presenta come un vero e proprio condono non solo dei reati valutari ma anche di quelli fiscali, societari (come il falso in bilancio) e fallimentari (come la bancarotta fraudolenta).

    In primo luogo il comma "preclude nei confronti del dichiarante ogni accertamento tributario e contributivo per i periodi d'imposta per i quali non è ancora decorso il termine per l'azione di accertamento". In pratica, visto che la prescrizione per gli accertamenti tributari è di cinque anni, lo scudo garantirà una protezione da indagini fiscali dal 2004 al 2008.

    Ma la lista dei reati - tributari, societari e fallimentari - per i quali lo scudo consente di farla franca è lunga e piuttosto articolata. Il punto "c" del comma 5 "preclude la punibilità" per i reati tributari previsti dagli articoli 2-11 del decreto legislativo n.74 del 2000, ovvero tutto l'armamentario che va dall'omessa dichiarazione, all'emissione di fatture false, alla dichiarazione fraudolenta.

    Colpo di spugna anche sui reati societari, a partire dal celebre 2621 del Codice civile, che riguarda proprio il falso il bilancio, reato depotenziato, perché si può procedere solo per querela di parte, ma pur sempre passibile di una pena fino a 5 anni. Inoltre l'"esclusione di punibilità" riguarda tutta una serie di reati degli amministratori di una società, dalle manovre fraudolente sui titoli alla valutazione esagerata di conferimenti e acquisti. A corollario della sanatoria il colpo si spugna si estende anche ai reati della legge fallimentare, bancarotta fraudolenta inclusa. Chiudendo così il cerchio.

    (12 luglio 2009)

    di Roberto Petrini


    fonte La Repubblica



    cioè in pratica chi ha truffato e rubato e si è parcheggiato il cash in svizzera o in brasile ora se porta di nuovo i soldi in patria non sarà più perseguibile per niente, nè per il falso in bilancio, nè per la bancarotta fraudolenta, nè per emissione di fatture false nè per tutti gli altri reati tributari. MA IN CHE CAZZO DI STATO SIAMO??? MA CHE CRISTO DI MONNEZZA E STO PAESE????!!?!? CHE SCHIFO!!!
     
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  2. ILBaK
     
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    Boh, sono molto scettico... Ancora ancora se si parlasse di gente che aveva bisogno di soldi per mandare avanti la famiglia...

    Ma farla franca per chi ha costituito un fondo nero all'estero ed è riuscito, fin qui, a tenerlo "nero"... Una persona del genere sicuramente non è un poveraccio, ne si parla del doppio deca nascosto sotto il materasso... Ci vogliono contatti politici e finanziari per fare una cosa del genere e sono quantità di soldi considerevoli...
    C'è solo un posto per le persone che fanno questo: Il carcere e la possibilità di restituire quanto è stato tolto...
    E' un grande condono della truffa e della furbizia all'italiana...

    Aggiungo: Se lo stato volesse fare qualcosa di intelligente, potrebbe abbassare l'iva dal 20% ad un MASSIMO di 5%.

    Lavoro da anni (società registrata ed in regola) e vedo un quarto dei soldi che riesco ad avere ("combattendo" con la grande distribuzione e le varie offerte su Internet) andare in fumo, cioè in tasse... E questo non è bello per me ne per chiunque voglia iniziare adesso una nuova attività...
     
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1 replies since 12/7/2009, 10:03   120 views
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