Sempre più dura la repressione a Teheran. Mottaki: “La Gran Bretagna taccia o pugno in bocca”

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  1. Jacob Flint
     
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    CITAZIONE
    Un pugno in faccia a Londra se non chiuderà la bocca sulla situazione in Iran. Le relazioni fra Iran e Gran Bretagna tornano nella bufera dopo le nuove manifestazioni dell’opposizione domenica nelle strade di Teheran e di altre città iraniane e la condanna da parte del ministro degli Esteri di Londra, David Miliband, della dura repressione.

    “Se Londra non cesserà di dire stupidaggini sui recenti avvenimenti, riceverà un pugno in bocca”, ha avvertito il ministro degli Esteri iraniano, Manuchehr Mottaki. Il capo della diplomazia iraniana non ha precisato perché questa dura risposta sia stata indirizzata solo ai britannici, dopo che ieri diversi Paesi occidentali, tra i quali l’Italia, avevano protestato per la repressione. Tanto più che il presidente Mahmud Ahmadinejad ha definito le manifestazioni del giorno dell’Ashura “una nauseante mascherata” orchestrata da “americani e sionisti”. Ma lo stesso Mottaki, all’inizio delle proteste di piazza, nel giugno scorso, aveva già parlato di un vero e proprio complotto di Londra. E alle parole erano seguiti i fatti, con l’espulsione di due diplomatici dell’ambasciata britannica e del corrispondente della Bbc da Teheran, Jon Leyne.

    Il ministero degli Esteri di Teheran ha convocato l’ambasciatore britannico per protestare ufficialmente contro quelle che ha definito le “interferenze” negli affari interni del Paese configurate nella condanna pronunciata ieri da Miliband. La notizia era stata anticipata dal Foreign Office, secondo il quale il proprio ambasciatore avrebbe risposto “con forza” ad ogni critica. Intanto il sito filgovernativo Rajanews ha scritto che un cittadino britannico figura tra gli arrestati nelle manifestazioni di domenica. L’uomo, sottolinea la fonte, è stato bloccato mentre “attaccava la gente che partecipava alle processioni di lutto dell’Ashura” e aveva anche in tasca il suo passaporto britannico.

    Sempre durante le manifestazioni dello scorso giugno, nove dipendenti iraniani dell’ambasciata britannica a Teheran erano stati arrestati con l’accusa di avere fomentato le manifestazioni di protesta. Otto erano stati rilasciati pochi giorni dopo mentre il nono, Hossein Rassam, analista politico della sede diplomatica, era stato incarcerato per diverse settimane prima di essere rilasciato su cauzione e venire condannato a quattro anni di reclusione. Ora è in attesa del processo d’appello.

    SHIRIN EBADI, REPRESSIONE SI RIPERCUOTERA’ SU REGIME – Tutti gli arresti effettuati in questi giorni di protesta in Iran sono illegali e le conseguenze della repressione, proprio nel momento in cui si celebrava la più importante festività sciita, si ripercuoteranno sul regime di Teheran. Lo ha detto, in un’intervista telefonica a SKY TG 24, il premio Nobel per la pace Shirin Ebadi, la cui sorella è stata arrestata ieri “da quattro persone che venivano dal ministero dell’Informazione”, ha detto la stessa premio Nobel. “Non sappiamo in quale carcere sia rinchiusa – ha detto Shirin Ebadi – Gli avvocati non hanno avuto il permesso di incontrarla, come per tutti gli arrestati di questi giorni. Mia sorella è stata arrestata senza neanche un ordine di carcerazione: non avevano il diritto di farlo”.

    Quanto alle ragioni dell’arresto, l’avvocatessa ha raccontato che due mesi fa sua sorella era già stata convocata dagli apparati di sicurezza e in quell’occasione “le era stato detto che doveva convincermi a cessare le mie attività in difesa dei diritti umani, altrimenti sarebbe stata arrestata”. Nell’intervista, Ebadi ha anche parlato della manifestazione che si sono svolte in tutto l’Iran in questi giorni. “Il governo ha parlato di 1.500 persone arrestate – ha detto – ma sono molte di più”. Come più numerose sono, secondo l’avvocatessa, le vittime degli scontri. “Il governo parla di 8 morti e 60 feriti, ma le cifre sono molto più alte”, ha detto. E in alcune città “le proteste sono ancora più forti rispetto a Teheran”. Ad una domanda sulle ripercussioni che potrà avere la repressione delle proteste proprio nei giorni in cui si celebrava l’Ashura, la più importante festività religiosa degli sciiti, Ebadi ha risposto: “Le conseguenze saranno negative per un regime che si dice islamico e che prende la sua legittimità dall’Islam”.

    Quanto a Mussavi, l’avvocatessa ha detto che “é completamente assediato, e anche quando è andato ai funerali di Montazeri, nonostante la gente cercasse di proteggerlo, gli uomini di Ahmadinejad lo hanno attaccato”. Infine una riflessione sulla natura delle manifestazioni di questi giorni rispetto a quelle scoppiate in giugno, dopo le elezioni presidenziali: “In quel caso – ha spiegato la premio Nobel – la gente protestava contro il risultato elettorale. Oggi, dopo sei mesi di violenza e repressione, la protesta è contro il regime”.

    http://nuovosoldo.wordpress.com/2009/12/29...pugno-in-bocca/
     
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  2. Vitoner
     
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    Così si fa, non si invadono i paesi per "importare" la democrazia, si deve fomentare la popolazione!
    Ecco perché Teheran c'ha tutta 'sta strizza!
     
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  3. Jacob Flint
     
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    Per fortuna che è un diplomatico. E se non lo fosse stato che avrebbe detto? Un calcio al culo?
     
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  4. thenox
     
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    CITAZIONE (Vitoner @ 30/12/2009, 12:23)
    Così si fa, non si invadono i paesi per "importare" la democrazia, si deve fomentare la popolazione!
    Ecco perché Teheran c'ha tutta 'sta strizza!

    io avrei paura del regime iraniano.

    sono pazzi, odiano l'occidente e, cosa non secondaria, hanno l'atomica
     
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3 replies since 30/12/2009, 01:20   29 views
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