Niente è più attuale del passato

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  1. digit.b
     
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    "Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto.
    Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto.
    Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi
    atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico.
    In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare."

    Qualunque cosa abbiate pensato, il testo fu scritto da Elsa Morante nel 1945 e si riferisce a:
    Benito Mussolini...

    Così ho ricevuto questa mail e così ve la rigiro, Non sia mai che qualcuno lo votasse di nuovo...
     
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  2. Jaquy
     
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    CITAZIONE
    Ritornando per via Borgo Nuovo, m'imbattei a un certo punto in un ubriaco, il quale, passandomi accanto e vedendomi cogitabondo, si chinò, sporse un po' il capo, a guardarmi in volto da sotto in sù, e mi disse, scotendomi leggermente il braccio:

    - Allegro!

    Mi fermai di botto, sorpreso, a squadrarlo da capo a piedi.

    - Allegro! - ripeté, accompagnando l'esortazione con un gesto della mano che significava: « Che fai? che pensi? non ti curar di nulla! ».

    E s'allontanò, cempennante, reggendosi con una mano al muro.

    A quell'ora, per quella via deserta, lì vicino al gran tempio e coi pensieri ancora in mente, ch'esso mi aveva suscitati, l'apparizione di questo ubriaco e il suo strano consiglio amorevole e filosoficamente pietoso, m'intronarono: restai non so per quanto tempo a seguir con gli occhi quell'uomo, poi sentii quel mio sbalordimento rompersi, quasi, in una folle risata.

    « Allegro! Si, caro. Ma io non posso andare in una taverna come te, a cercar l'allegria, che tu mi consigli, in fondo a un bicchiere. Non ce la saprei trovare io lì, purtroppo! Ne so trovarla altrove! Io vado al caffè, mio caro, tra gente per bene, che fuma e ciarla di politica. Allegri tutti, anzi felici, noi potremmo essere a un sol patto, secondo un avvocatino imperialista che frequenta il mio caffè: a patto d'esser governati da un buon re assoluto. Tu non le sai, povero ubriaco filosofo, queste cose; non ti passano neppure per la mente. Ma la causa vera di tutti i nostri mali, di questa tristezza nostra, sai qual è? La democrazia, mio caro, la democrazia, cioè il governo della maggioranza. Perché, quando il potere è in mano d'uno solo, quest'uno sa d'esser uno e di dover contentare molti; ma quando i molti governano, pensano soltanto a contentar se stessi, e si ha allora la tirannia più balorda e più odiosa: la tirannia mascherata da libertà. Ma sicuramente! Oh perché credi che soffra io? Io soffro appunto per questa tirannia mascherata da libertà... Torniamo a casa! »

    (Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal, cap. XI) (1904)


    SPOILER (click to view)
    Non sia mai che qualcuno lo votasse di nuovo
     
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  3. Jacob Flint
     
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    Stupendo :lol: :lol:
     
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  5. SlavghterCvlt
     
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    Non mi va di discutere di politica ... ma paragonare berlusconi a mussolini
    .. bah
    Hanno vissuto in periodi diversi. Uno ha portato anche cose buone aldilà della dittatura e della guerra (che sono sempre cose orride)
    l'altro è solo un mafioso che pensa alle sue tasche
    Stop.
     
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  6. digit.b
     
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    CITAZIONE (SlavghterCvlt @ 13/3/2010, 17:34)
    Non mi va di discutere di politica ... ma paragonare berlusconi a mussolini
    .. bah
    Hanno vissuto in periodi diversi. Uno ha portato anche cose buone aldilà della dittatura e della guerra (che sono sempre cose orride)
    l'altro è solo un mafioso che pensa alle sue tasche
    Stop.

    Non si paragona berlusconi a mussolini, ma quando ho letto quella mail avrei giurato che si riferiva a berlusca, sono rimasta stupita da chi è stata scritta e dalla data.
    Gli italiani non si smentiscono mai!
     
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  7. Grogdrinker
     
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    CITAZIONE (Jaquy @ 13/3/2010, 00:42)
    CITAZIONE
    Ritornando per via Borgo Nuovo, m'imbattei a un certo punto in un ubriaco, il quale, passandomi accanto e vedendomi cogitabondo, si chinò, sporse un po' il capo, a guardarmi in volto da sotto in sù, e mi disse, scotendomi leggermente il braccio:

    - Allegro!

    Mi fermai di botto, sorpreso, a squadrarlo da capo a piedi.

    - Allegro! - ripeté, accompagnando l'esortazione con un gesto della mano che significava: « Che fai? che pensi? non ti curar di nulla! ».

    E s'allontanò, cempennante, reggendosi con una mano al muro.

    A quell'ora, per quella via deserta, lì vicino al gran tempio e coi pensieri ancora in mente, ch'esso mi aveva suscitati, l'apparizione di questo ubriaco e il suo strano consiglio amorevole e filosoficamente pietoso, m'intronarono: restai non so per quanto tempo a seguir con gli occhi quell'uomo, poi sentii quel mio sbalordimento rompersi, quasi, in una folle risata.

    « Allegro! Si, caro. Ma io non posso andare in una taverna come te, a cercar l'allegria, che tu mi consigli, in fondo a un bicchiere. Non ce la saprei trovare io lì, purtroppo! Ne so trovarla altrove! Io vado al caffè, mio caro, tra gente per bene, che fuma e ciarla di politica. Allegri tutti, anzi felici, noi potremmo essere a un sol patto, secondo un avvocatino imperialista che frequenta il mio caffè: a patto d'esser governati da un buon re assoluto. Tu non le sai, povero ubriaco filosofo, queste cose; non ti passano neppure per la mente. Ma la causa vera di tutti i nostri mali, di questa tristezza nostra, sai qual è? La democrazia, mio caro, la democrazia, cioè il governo della maggioranza. Perché, quando il potere è in mano d'uno solo, quest'uno sa d'esser uno e di dover contentare molti; ma quando i molti governano, pensano soltanto a contentar se stessi, e si ha allora la tirannia più balorda e più odiosa: la tirannia mascherata da libertà. Ma sicuramente! Oh perché credi che soffra io? Io soffro appunto per questa tirannia mascherata da libertà... Torniamo a casa! »

    (Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal, cap. XI) (1904)


    SPOILER (click to view)
    Non sia mai che qualcuno lo votasse di nuovo

     
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  8. Vonnegut
     
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    www.youtube.com/watch?v=G24_vXfQu3s
     
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  9. Jaquy
     
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    Ecco cosa ne pensa Massimo Fini:

    CITAZIONE
    Il regime travestito

    26 marzo 2010
    Io credo che la dittatura vera e propria, la dittatura "propriamente detta" per usare un ironico sberleffo di Mino Maccari ("i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti propriamente detti e gli antifascisti") sia meglio della dittatura mascherata da democrazia che è quella che stiamo vivendo soprattutto da quando Berlusconi è "sceso in campo" ma anche da prima, diciamo dalla metà degli anni Settanta, quando la partitocrazia consociata a difesa dei propri privilegi, intrallazzi, clientelismi, ruberie, formava un unico blocco di potere. La dittatura vera e propria è meno subdola. Perlomeno ha il vantaggio di rendere le cose chiare. Da una parte ci sono gli oppressori, dall’altra gli oppressi che, se pensiamo al fascismo, vengono emarginati, mandati al confino, costretti all’esilio. La dittatura sotto le vesti della democrazia è invece una cosa melmosa, molle, melliflua, confusa dove gli oppressori possono mascherarsi da vittime (si pensi alla manifestazione del governo in piazza San Giovanni) e gli oppressi passare per oppressori.

    È facilissimo cambiare le carte in tavola. Tutti possono dirsi vittime di qualcuno o qualcosa e guadagnarsi, al momento opportuno, qualche medaglia "antifascista". Naturalmente qui nessuno ti manda al confino o in esilio (ci va chi ha i soldi per permettersi di togliersi da questo infame paese, come Milva che ha deciso di vivere in Germania). L’emarginazione è lenta, soft, alle volte addirittura ammiccante e sorridente, ma inesorabile e comunque non può essere provata. Allo stesso modo vengono chiusi, a poco a poco, tutti gli spazi di libertà. Sempre però sotto le forme delle leggi democratiche. E quindi è difficilissimo difendersi. La dittatura vera e propria forma anche un’opposizione altrettanto dura. La classe politica uscita dalla lotta antifascista e, per la verità, da quell’evento fondante che è la guerra, non ha nulla a che vedere con la nostra attuale opposizione, molliccia, inconcludente, timorosa, indecisa a tutto, che abbiamo ora. La dittatura forgia i caratteri degli oppositori.

    Nella dittatura "propriamente detta" si può poi almeno sperare di abbattere il tiranno col proprio fucilino a tappo. È lecito uccidere il tiranno. È un argomento posto per la prima volta da Seneca e che nel dibattito che si è sviluppato lungo i secoli è stato risolto in senso eticamente affermativo. Nella dittatura mascherata da democrazia questo non è eticamente accettabile, apparirebbe, e sarebbe, un assassinio. E allora come ci si libera del tiranno in una dittatura mascherata da democrazia? Come ci si libera, per parlare delle cose nostre, di Silvio Berlusconi? Non con le leggi perché costui ha ormai acquisito un potere tale da poterle distorcere tutte a suo favore. Sempre nella forma dell’apparente legalità democratica. Con Berlusconi siamo retrocessi al di là del “monarca costituzionale” che doveva rispettare almeno le leggi che egli stesso aveva emanato e che non poteva cambiare a piacer suo. Io credo che l’unica via pacifica percorribile da parte di quel che resta dell’opposizione parlamentare, e sempre che ne avesse le palle e non fosse connivente, sia l’Aventino. Dice: ma l’Aventino spianò definitivamente la strada al fascismo. Vero. Ma intanto rese palese una dittatura che era già nei fatti se non nella forma. Ma, soprattutto, oggi la situazione è molto diversa da quella del 1926. L’Italia fa parte dell’Unione europea e che in un paese dell’Unione l’opposizione si ritiri dal Parlamento sarebbe un fatto così clamoroso e sconvolgente da attirare finalmente l’attenzione dell’Europa sulla situazione italiana.

    Perché l’Italia non ha più i requisiti democratici per rimanere in Europa. Basterebbe il colossale conflitto di interessi accumulato da Berlusconi per porla fuori da ogni regola. Basterebbe il fatto che quest’uomo, gravemente pregiudicato con la giustizia, si appresta a varare una riforma della giustizia il cui unico scopo è di eliminarla, almeno per sé e il suo direttorio. Del resto per quello che lo riguarda personalmente, dopo infiniti tentativi che hanno scardinato la legge penale italiana, c’è già riuscito col legittimo impedimento. L’Europa ha usato il pugno duro con l’austriaco Haider, e per molto meno, non si vede perché non si possa, né si debba, farlo con l’onorevole Berlusconi che in Italia è riuscito a delegittimare di volta in volta tre presidenti della Repubblica, il Parlamento, la presidenza del Consiglio (quando non c’era lui, naturalmente), la magistratura ordinaria, penale e civile, la Corte costituzionale, la Corte di cassazione, la Corte dei conti, le Authority e, da ultimo, persino il Tar. Tuttavia io non credo che a spazzar via il tiranno in forma democratica saranno né l’Europa né quella mucillagine chiamata opposizione. Berlusconi finirà per autocombustione. Il suo delirio di onnipotenza, che ha da tempo perso tutti i freni inibitori, lo porterà, prima o poi, a compiere un atto così clamoroso e incontrovertibile da richiedere l’intervento della forza pubblica. Non per motivi penali, ma mentali.

    Da il Fatto Quotidiano del 25 marzo

    Io sono pienamente d'accordo con lui.
     
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  10. digit.b
     
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    Quoto, spero che "l'atto clamoroso" sia fatto presto, se questo è l'unico modo per toglierselo di torno, prima che possa fare troppi danni a noi italiani :inczz:
     
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9 replies since 12/3/2010, 23:51   102 views
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