I gay non possono donare sangue

E un altro ospedale chiude le porte

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  1. Sabs
     
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    Fonte: Repubblica.it
    CITAZIONE
    Il milanese "Gaetano Pini" si aggiunge alla lista degli istituti che non accettano sangue da uomini dichiaratamente omosessuali. La denuncia nel blog di un donatore "storico" della struttura, Gabriele, messo alla porta dopo oltre 20 prelievi. Paola Concia (Pd) annuncia un'interrogazione al ministro della Salute. Il Network Persone Sieropositive: "Non c'è alcun fondamento scientifico"
    di MARCO PASQUA

    "I gay non possono donare sangue" E un altro ospedale chiude le porte Un prelievo in ospedale

    MILANO - Il servizio trasfusionale del Gaetano Pini chiude ai gay, e si aggiunge alla lista di ospedali italiani che non accettano sangue da uomini dichiaratamente omosessuali. Un cambio di rotta, quello del nosocomio milanese, sperimentato sulla propria pelle da un ragazzo, donatore "storico" nella struttura, che ha denunciato la vicenda sul suo blog e su Facebook.

    "Arrabbiato, amareggiato, deluso e triste" si definisce oggi Gabriele, che da 8 anni donava regolarmente il sangue, tanto da entrare in una lista dei donatori che avrebbero dovuto ricevere un riconoscimento (avendo superato i 20 prelievi). Una vicenda sulla quale ha subito deciso di intervenire Paola Concia, deputata Pd, che presenterà un'interrogazione al ministro della Salute, nella quale riporterà una serie di statistiche che dimostrano chiaramente come non ci sia alcun fondamento scientifico a questa decisione del Gaetano Pini: "E' ora che le cose cambino", dice la deputata. L'interrogazione sarà firmata anche da Livia Turco, ministro della Salute dal 2006 al 2008.

    Il racconto che Gabriele fa, sul suo blog, è quello di una persona che si è sentita offesa e discriminata. "Stamattina sono andato a donare il sangue, come da otto anni a questa parte, come oltre venti donazioni già fatte. Le infermiere, gentili e simpatiche come sempre, mi danno da compilare il solito foglio con domande su eventuali contatti con sangue infetto, sulle abitudini sessuali, su viaggi all'estero, nell'attesa della visita con la dottoressa responsabile". Tocca alla responsabile informare Gabriele delle nuove direttive: "Mi guarda dritto negli occhi ma è un po' titubante. 'Gabriele è già da un po' che volevo parlarti ma non ho avuto occasione.

    Come sai ci siamo uniti al Policlinico, adesso dipendiamo da loro. Le direttive del Policlinico sono chiare, non possiamo accettare donatori omosessuali. Io non sono d'accordo, ma devo rispondere a dei superiori. Mi dispiace tantissimo. Io oggi non me la sento e non posso farti donare". Gabriele ha una relazione stabile, e ha sempre dichiarato, negli 8 anni passati, di essere gay. "Non potevo credere alle mie orecchie - sottolinea il giovane - fino a ieri il mio sangue andava benissimo, anzi mi chiamavano pure a casa se magari facevo passare troppo tempo tra una donazione e l'altra, è andato bene per oltre venti volte e oggi non va più bene? Vi ho dato nove litri in otto anni e adesso non posso? E perché poi? Solo perché sono gay?".

    Una posizione che la responsabile del servizio, Elena Biffi, conferma via e-mail a un utente che le chiede lumi: "Dopo l'integrazione del nostro Servizio Trasfusionale con il Centro Trasfusionale della Fondazione Policlinico, avvenuta lo scorso aprile, abbiamo adottato i medesimi criteri di selezione dei donatori, che attualmente non ammettono alla donazione persone di sesso maschile che abbiano avuto rapporti sessuali con persone di sesso maschile". Lo stesso Policlinico di Milano, negli anni passati, aveva risposto ad altri utenti che si erano lamentati di questa situazione, confermando "la validità dei suoi protocolli".

    Paola Concia reagisce con un misto di stupore e rabbia, e stenta a credere che, ancora oggi, ci siano ospedali pronti a chiudere le porte in faccia ai gay: "Questa è una violazione del principio di non discriminazione sancito dalla Costituzione. Sulla base dei dati scientifici ufficiali, siamo in grado di dire che non c'è alcun fondamento a questa direttiva dell'ospedale". Tra le statistiche che saranno allegate all'interrogazione, una stima dell'Istituto Superiore di Sanità relativa al 2008: nel 44,4% dei casi, la trasmissione del virus è avvenuta con un rapporto eterosessuale; nel 23,7% dei casi, invece, c'è stato un rapporto omosessuale o bisessuale. Un trend che trova conferma anche nei dati dell'OMS, a livello mondiale. "In Italia - attacca la deputata lesbica - ci sono 9 milioni di italiani che vanno a prostitute. Loro posso donare il sangue e i gay no? Siamo cittadini come gli altri e devono piantarla di trattarci come persone di serie B. E' ora di farla finita. Se è vero che le Regioni hanno una loro autonomia, questo non vuol dire che si possano discriminare le persone omosessuali".

    Livia Turco, quando era ministro della Salute, si occupò di un caso analogo. "Feci fare delle verifiche - ricorda la Turco - e deplorai il comportamento della struttura. Era un provvedimento immotivato e grave. La conclusione dei nostri accertamenti fu che nel nostro ordinamento non c'è nessuna direttiva che discrimina le persone sulla base del loro orientamento sessuale. Insomma, quella norma non aveva alcuna ragion d'essere". La Turco scrisse una lettera al Centro nazionale Aids e arrivò a prendere posizione contro "una decisione discriminatoria e immotivata".

    Anche per Rosaria Iardino, presidente del Network Persone Sieropositive 1, si è davanti ad un provvedimento che non alcun fondamento scientifico: "La lettera scritta dalla Turco fu molto importante perché, di fatto, chiariva che non si potevano escludere i soggetti omosessuali dalle donazioni. E' chiaro che le Regioni, poi, sono autonome, ma ci sono delle direttive nazionali". Per la Iardino, la scelta dell'ospedale è "scientificamente stupida, perché non ha alcun fondamento: bisognerebbe anche escludere dalla donazione gli eterosessuali che hanno avuto rapporti a rischio". Chiamando l'ospedale Pini, il personale del servizio trasfusioni, a chi si presenta come gay, dice: "Qui sono fondamentalisti. Andate al San Paolo, là il vostro sangue andrà bene". Gabriele continuerà a donare: "E' una cosa in cui credo, troverò un altro ospedale".

    Un altro esempio di intolleranza del nostro "civilizzatissimo" paese... Anzi più che intolleranza la chiamerei discriminazione dato che i gay non vanno tollerati, semplicemente vanno considerati come tutte le altre persone, né più né meno.
    Cos'ha un gay di diverso nel donare il sangue rispetto a un eterosessuale?

    Edited by Sabs - 18/7/2010, 22:19
     
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  2. Voodoomaster
     
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    Bah in Italia questo è il costume diffuso che ci vuoi fa???
     
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  3. Sabs
     
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    Spero che le cose col tempo cambino, e nel mio piccolo cerco di farle cambiare.
    Però credo che alla fine emigrerò :sìsì:
     
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  4. SlavghterCvlt
     
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    Ok io sono uno che va contro ogni norma a favore dei gay (adozione, matrimonio .. ecc ecc) non per discriminazione ma proprio per un discorso mio.
    Ma il donare il sangue che c'entra? Manco fossimo negli anni 80 che si credeva gay=aids
     
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  5. _scimmietta_
     
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    io sono o meglio ero donatrice di sangue e mi sono dovuta fermare a sei donazioni.
    ho deciso di interrompere questa esperienza a causa della scarsa serietà delle associazioni (faccio riferimento all'AVIS di Como unica realtà a cui mi sono interfacciata).
    Sono incorsa in un problema di salute e in una cura "invalidante" ed "incompatibile" per le donazioni e vi assicuro che se non fossi stata io a muovermi e a contattare il medico responsabile probabilmente starei donando ancora adesso sangue che avrebbe dato problemi a chi lo avesse ricevuto.
    dovete sapere che in 4 anni di donazioni gli esami del sangue mi sono stati fatti solo al momento dell'iscrizione e mai più ripetuti e penso che una ragazza di 18 anni sicuramente ha una vita sessuale attiva e quindi probabilità di contrarre aids ed altro.. eppure il nulla.
    la spiegazione che mi è stata data quando io ho chiesto come mai, nessuno si fosse accorto del mio problema (riscontrabile nei più comuni esami venosi) la risposta è stata che, chiamare tutti i donatori a controlli periodici sarebbe una spesa insostenibile e quindi, finita la donazione viene sigillato l'equivalente di un centimetro di tubo contenete sangue e vista la scarsa quantità di sangue viene controllata solo aids e epatite. ad inizio prelievo viene controllata glicemia e pressione arteriosa.
    bene, io ho fatto una cura di cortisone a causa dell'iperinsulinemia di cui sono affetta che in parole povere è l'anticamera del diabete.
    vorrei far notare che un soggetto che riceve sangue di un diabetico rischia che il diabete appunto vada a distruggere i globuli rosso causando un eccesso di globuli bianchi e portando la persona appunto, nei casi peggiori anche alla morte o comunque a lesioni celebrali.
    e sono stata io a dover far richiesta che la sacca di sangue dell'ultima donazione fosse classificata come "inutilizzabile".

    bene, detto questo capisco benissimo perchè non vogliono far donare i gay, perchè costerebbe troppo fare gli esami che certifichino che il sangue è pulito.

    come sempre è solo una questione di soldi.
    è molto meno dispendioso eliminare i soggetti più a rischio piuttosto che monitorarli un poco di più.
     
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  6. xPaolo95x
     
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    Ahahah...certo che il nostro paese a volte fa ridere!
     
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  7. _scimmietta_
     
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    piu spesso che solo "a volte"...
     
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6 replies since 18/7/2010, 21:00   224 views
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