CHIUDE IL BAGAGLINO!

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    Qui-Gon: Worst Jedi Ever

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    Chiude il Bagaglino. E chi se ne frega, dirà qualcuno. E forse non ha tutti i torti. Però l'evento ha una sua importanza nel panorama affollato delle notiziole fru-fru, di poco conto.

    La creatura di Pierfrancesco Pingitore, che in passato ha avuto un lungo momento di gloria (anche televisiva), da anni mostrava una stanchezza figlia della politica del terzo millennio, di una realtà del Palazzo che ha superato di gran lunga le scollacciature del Salone Margherita.

    No, non ci mancherà per nulla il Bagaglino. Semplicemente perché ha sempre rappresentato un coté comico e satirico troppo “colluso” con il potere, venendo meno alla regola fondamentale della satira: mai compiacere i potenti, ma sbeffeggiarli, deriderli, ridicolizzarli. Certo, lo stile di Pingitore non è certo quello dei Guzzanti o di Crozza, della Littizzetto o di Benigni, ma il sacrosanto relativismo comico non deve far venire meno il gusto per una satira politica che deve essere distinta e distante dai salotti buoni, che se sbeffeggia Andreotti lo fa senza poi rimediare incensandolo ed esaltandolo.

    E poi, diciamocelo, le volgarità a buon mercato delle soubrettine seminude e oche, che sculettano dal palco per il piacere dei burinotti rampanti della Roma “bene”, hanno sempre offerto uno spettacolo degradante e umiliante dell'universo femminile.

    Ma è sempre stato così? No, per carità. Sarebbe ingiusto affermarlo. Il Bagaglino è stata la patria delle canzoni struggenti o ironiche di Gabriella Ferri, dell'eclettismo perbene di Oreste Lionello, degli esordi di Montesano. Vecchi momenti di gloria degli anni Settanta, la risposta di destra ai cabaret della sinistra milanese (Derby su tutti). All'epoca aveva un senso, soprattutto perché “destra” era quasi una parolaccia. Oggi, purtroppo, non ce l'ha più. Tutto è stato annacquato dal fatto che la banda di Pingitore c'ha preso gusto dalla vicinanza con il potere e allora addio alla satira vera e largo alle torte in faccia a Di Pietro, alle barzellette di Berlusconi, allo strip di Aida Yespica davanti a un Mastella visibilmente su di giri. Era tutto così tristemente floscio che la cosa più gustosa degli spettacoli al Salone Margherita era diventato il piatto di penne alla vodka offerto al pubblico nell'intervallo. Il resto era il ripetersi di un copione che è lo stesso da anni e che aveva francamente scocciato. E non è un caso che il Bagaglino chiuda i battenti proprio in questa fase finale di una lunga stagione politica. Sta finendo un sistema, cessano di avere senso anche i suoi annacquati e docili cantori.

     
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  2. Voodoomaster
     
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    Concordo interamente con la riflessione all'interno dell'articolo
     
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    Non credo che il Bagaglino degli inizi fosse di "destra", magari era già all'epoca di una critica temperata e tiepidina, ma se c'era Montesano...
     
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  5. Betelgeuse
     
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    Meno male che l'hanno chiuso, non faceva tanto ridere...
     
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  6. kucabara
     
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    Era allucinante il bagaglino dell'ultimo decennio...tra l'altro la satira di destra non ha mai funzionato in Italia...specie quella becera di Pippo Franco e Co. ..Valeva la pena vederlo solo per Lionello grande professionista..
     
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5 replies since 28/9/2011, 10:25   122 views
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